Dal giocatore più forte al rapporto con Agnelli: Sarri si racconta così

Il tecnico toscano parla al Corriere della Sera in attesa di capire se arriverà l'offerta giusta per tornare in panchina
Dal giocatore più forte al rapporto con Agnelli: Sarri si racconta così© Getty Images

Una Europa League al Chelsea, uno Scudetto con la Juventus e un marchio indelebile nel cuore dei tifosi del Napoli che con Maurizio Sarri hanno sognato di tornare a vincere il campionato prima che Spalletti ci riuscisse davvero. Ed è proprio Sarri a parlare al Corriere della Sera mentre attende di capire se tornerà su qualche panchina dopo l'ultima esperienza con la Lazio. E proprio sulle opffete ricevute il tecnico toscano spiega: "Più di una e da continenti diversi, anche una ricchissima dall’Arabia. Nessuna proposta mi ha fatto scattare quel clic interiore per rimettermi in gioco. Milan? Non rispondo, le dico solo che in generale ho ricevuto proposte formulate in maniera tale da non farmi vacillare".

Sarri e il rapporto con i presidenti

Un Sarri che si dice sorpreso dal Como di Fabregas e che continua a seguire il calcio "per divertirsi 90 minuti" e non per preparare e studiare i match "dove servono tre ore". Un Sarri che tornerebbe in Premier ma che riconosce la Serie A come suo habitat.Tanti i  presidenti che hanno puntato su di lui nel massimo campionato italiano, ma anche al Chelsea, e che Sarri descrive così: "De Laurentiis forse è una persona più complessa, ma gli sarò sempre riconoscente per avermi fatto allenare la squadra per cui tifavo da bambino. A Torino ho avuto Andrea Agnelli, il punto di riferimento di tutta la Juve. Poi mi sono relazionato con Roman Abramovich, meno algido e più ironico di quanto si pensi. Fra tutti il più simpatico è però Corsi dell’Empoli. Mi manca lavorare con i fondi".

 

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Sarri: "Ecco il più forte che ho allenato"

A proposito di giocatori invece Sarri ha avuto modo di allenare campioni di primissimo livello: uno su tutti Cristiano Ronaldo, alla Juventus. Nonostante tutto, di fronte alla domanda sul calciatore più forte con il quale ha lavorato, il mister toscano risponde spiazzando: "Sono legato a un ragazzo, sensibile e delicato, che avrebbe potuto avere una carriera strepitosa, Riccardo Saponara". Poi spiega i motivi che lo hanno portato a restare fuori dal mondo del calcio: "Difficile a causa di problemi personali: qualcuno si è risolto, altri no. Ho perso mia mamma e uno zio a cui ero legatissimo. Mia moglie è stata in terapia intensiva e anche io ho avuto un infortunio. Dopo la sofferenza ci siamo ripresi". Una ripresa che incoraggia Sarri, magari pronto in estate a valutare le possibili offerte che lo riporterebbero ad allenare.

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Una Europa League al Chelsea, uno Scudetto con la Juventus e un marchio indelebile nel cuore dei tifosi del Napoli che con Maurizio Sarri hanno sognato di tornare a vincere il campionato prima che Spalletti ci riuscisse davvero. Ed è proprio Sarri a parlare al Corriere della Sera mentre attende di capire se tornerà su qualche panchina dopo l'ultima esperienza con la Lazio. E proprio sulle opffete ricevute il tecnico toscano spiega: "Più di una e da continenti diversi, anche una ricchissima dall’Arabia. Nessuna proposta mi ha fatto scattare quel clic interiore per rimettermi in gioco. Milan? Non rispondo, le dico solo che in generale ho ricevuto proposte formulate in maniera tale da non farmi vacillare".

Sarri e il rapporto con i presidenti

Un Sarri che si dice sorpreso dal Como di Fabregas e che continua a seguire il calcio "per divertirsi 90 minuti" e non per preparare e studiare i match "dove servono tre ore". Un Sarri che tornerebbe in Premier ma che riconosce la Serie A come suo habitat.Tanti i  presidenti che hanno puntato su di lui nel massimo campionato italiano, ma anche al Chelsea, e che Sarri descrive così: "De Laurentiis forse è una persona più complessa, ma gli sarò sempre riconoscente per avermi fatto allenare la squadra per cui tifavo da bambino. A Torino ho avuto Andrea Agnelli, il punto di riferimento di tutta la Juve. Poi mi sono relazionato con Roman Abramovich, meno algido e più ironico di quanto si pensi. Fra tutti il più simpatico è però Corsi dell’Empoli. Mi manca lavorare con i fondi".

 

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