Pagina 2 | Conte, Capello e il calcio rovesciato dal 2006: parole d'ordine cancellare, nascondere, occultare

Per una volta, con lo scudetto meritatamente vinto dal Napoli, la contabilità degli scudetti dei neocampioni d’Italia non è in discussione: niente asterischi, tavolini e stelle di fantasia, i trionfi azzurri sono 4; festa grande e sorpasso alla Roma ferma a 3 ormai da oltre due decadi. Eppure anche questo epilogo, come ogni titolo vinto dal 2006 in avanti, riaccende i fari sulla vicenda che ha rovesciato il calcio ormai quasi vent’anni fa, conclusa male dalla giustizia sportiva anche grazie al conformismo e alla pavidità di molti media e delle istituzioni nostrane, che hanno scelto di non approfondire e lasciare tutto così come deciso in fretta in quell’estate.

Fingere che negli anni successivi non sia scoperto nulla di nuovo – la supposta esclusività di rapporti dei dirigenti bianconeri è fragorosamente venuta meno nel corso degli anni – risulta forse una situazione di comodo ma non risolve una questione che si ripresenterà periodicamente sotto diverse forme e sarà ormai sempre senza soluzione. Messo da parte il Napoli, che non è parte dell’annosa querelle, si potrebbe ripartire dalla lotta tra milanesi per conquistare prima della rivale il ventesimo scudetto sul campo, quindi la seconda stella vera, senza considerare i tornei assegnati in modo bizzarro alla lontanissima terza classificata e poi lasciati lì per “incompetenza” collettiva. O sottolineare come ancora oggi, nonostante revoche, retrocessioni, penalizzazioni e una serie di processi sportivi monodirezionali, la Juventus possa ancora vantare da sola la somma dei tricolori vinti sul campo da Inter e Milan: 38 i bianconeri, 38 l’aggregato delle milanesi.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Conte primo "Triplete"? La storia del campo dice altro

Non è solo una questione di provocazioni tra tifosi, perché tutto si riverbera e si riverberà per sempre anche sul dibattito pubblico: per informazioni chiedere proprio a quei media che hanno fermato la conoscenza di Calciopoli all’estate 2006, quando ancora la chiamavano “Moggiopoli” perché il colpevole andava predeterminato, che quando la Juve ha vinto 9 scudetti di fila neanche una volta hanno messo il conteggio dei titoli bianconeri in prima pagina, per non perdere lettori: avete presente i tanti “4” delle aperture post scudetto napolista? Con la Juve non si azzardano: se metti il numero effettivo dei titoli vinti sul campo devi rinnegare una narrazione che hai portato avanti ormai troppo a lungo, se inserisci quello ufficiale con l’asterisco perdi tutti i tifosi bianconeri.

Si tratta, tuttavia, di questioni di folclore, che attestano bene l’imbarazzo e lo scarso coraggio di diversi media nostrani, costretti a strizzare l’occhio a milioni di tifosi nel giorno in cui diventano potenziali lettori, dopo averli dimenticati e derisi per una quindicina d’anni. Il vero problema si verifica quando si è costretti a raccontare una realtà sovvertita, grottesca, per stare dietro al conteggio ufficiale del post 2006: si arriva così a sostenere, senza neanche un po’ di pudore, che il primo allenatore a vincere lo scudetto allenando tre squadre diverse sia Antonio Conte. Splendido tecnico, forse sulla via del ritorno a casa, oggi molto più apprezzato dall’opinione pubblica rispetto agli anni in cui la Procura sportiva gli negava perfino un patteggiamento da lui proposto malvolentieri, ma certamente non il primo a trionfare con tre società: come noto a chiunque segua il calcio, il primo a riuscirci è stato infatti Fabio Capello, splendido mister del Milan post sacchiano, protagonista assoluto dell’ultimo tricolore romanista e condottiero degli imbattibili bianconeri dei due anni in cui li ha allenati.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Parole d'ordine: dimenticare, cancellare, nascondere

Pur provando a esprimere tutto il rispetto per i conteggi ufficiali dopo la rivoluzione guidorossiana, come può seriamente un addetto ai lavori non ricordare le imprese di Capello, come se non avesse realmente mai vinto davvero? Si può davvero fare finta di nulla fino in fondo, eliminando la chiara realtà del campo che racconta di due duelli splendidi tra Juventus e Milan, senza terzi incomodi, vinti dai bianconeri anche quando Ibra veniva squalificato per una curiosa prova tv e ad arbitrare il match scudetto di San Siro era il nostro amico Collina?

Si può fingere di non ricordare che mai una sentenza ha provato l’effettiva alterazione del torneo, che uno dei due campionati revocati non è mai stato neanche oggetto di inchiesta, avendo inoltre dei designatori arbitrali diversi rispetto a quelli indagati? È possibile dimenticare quanto emerso negli anni successivi, il pm che esclude telefonate di altre squadre, le conversazioni che raccontano di una modalità discutibile quanto si vuole ma diffusa indifferentemente tra puniti e premiati?

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Capello, damnatio memoriae del racconto rovesciato

Sì, da queste parti si può: celebrare una stella senza fare mezza domanda al dirigente più bravo, che fino a poco prima lamentava la disparità di trattamento calciopolesca tra Juventus e Inter e utilizzava una contabilità diversa per quantificare gli scudetti; non avere neanche il pudore di ricordare che l’albo d’oro ufficiale cancella i titoli veri e assegna scudetti in segreteria, come ricordato ai suoi ragazzi a suo tempo proprio dal mito nerazzurro Mourinho; dimenticare Capello, non citarlo neanche con l’asterisco, come se fosse stato uno qualunque e quei due anni alla Juve non fossero realmente mai esistiti. Rovesciare il calcio, ancora una volta, per non rovinare un racconto ormai troppo difficile da aggiustare.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Conte primo "Triplete"? La storia del campo dice altro

Non è solo una questione di provocazioni tra tifosi, perché tutto si riverbera e si riverberà per sempre anche sul dibattito pubblico: per informazioni chiedere proprio a quei media che hanno fermato la conoscenza di Calciopoli all’estate 2006, quando ancora la chiamavano “Moggiopoli” perché il colpevole andava predeterminato, che quando la Juve ha vinto 9 scudetti di fila neanche una volta hanno messo il conteggio dei titoli bianconeri in prima pagina, per non perdere lettori: avete presente i tanti “4” delle aperture post scudetto napolista? Con la Juve non si azzardano: se metti il numero effettivo dei titoli vinti sul campo devi rinnegare una narrazione che hai portato avanti ormai troppo a lungo, se inserisci quello ufficiale con l’asterisco perdi tutti i tifosi bianconeri.

Si tratta, tuttavia, di questioni di folclore, che attestano bene l’imbarazzo e lo scarso coraggio di diversi media nostrani, costretti a strizzare l’occhio a milioni di tifosi nel giorno in cui diventano potenziali lettori, dopo averli dimenticati e derisi per una quindicina d’anni. Il vero problema si verifica quando si è costretti a raccontare una realtà sovvertita, grottesca, per stare dietro al conteggio ufficiale del post 2006: si arriva così a sostenere, senza neanche un po’ di pudore, che il primo allenatore a vincere lo scudetto allenando tre squadre diverse sia Antonio Conte. Splendido tecnico, forse sulla via del ritorno a casa, oggi molto più apprezzato dall’opinione pubblica rispetto agli anni in cui la Procura sportiva gli negava perfino un patteggiamento da lui proposto malvolentieri, ma certamente non il primo a trionfare con tre società: come noto a chiunque segua il calcio, il primo a riuscirci è stato infatti Fabio Capello, splendido mister del Milan post sacchiano, protagonista assoluto dell’ultimo tricolore romanista e condottiero degli imbattibili bianconeri dei due anni in cui li ha allenati.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A