Conte a sorpresa: "Se me l'avesse chiesto Del Piero avrei detto sì! In passato mi sono pentito..."

Il tecnico del Napoli si racconta in una lunga intervista, dal passato e gli anni Juve fino ad oggi

Antonio Conte è uno di quegli allenatori celebri per dare tutto alla squadra che allena, in campo. Ma stavolta il tecnico non si è risparmiato neanche davanti ai microfoni, raccontandosi in un lungo speciale realizzato da Sky Sport con Federico Buffa. Dagli inizi della carriera all'importanza di festeggiare le vittorie (come quella recente a Napoli per lo Scudetto), passando per il rapporto che ha con il calcio e l'aneddoto su Alessandro Del Piero relativo all'ultimo anno alla Juve di 'Pinturicchio', che coincise col primo da tecnico bianconero proprio di Conte.

Conte e la prima esperienza in panchina

Conte è partito dal raccontare la sua prima esperienza da allenatore con l'Arezzo nel 2006-07: "Quando sono arrivato lì non ero ancora un allenatore. Pensavo di esserlo in virtù del fatto di essere stato allenato dai più grandi tecnici di quel periodo. Tranne che da Capello io ero stato allenato da Sacchi, Trapattoni, Lippi, Ancelotti, Fascetti, Mazzone... In quel momento non ero però ancora veramente un allenatore e prendo questa bella mazzata sui denti e capisco che devo studiare. Lì ho fatto cinque anni in uno, ringrazio il Signore di essere stato mandato via. Se non fosse successo non avrei capito certe dinamiche e non mi sarei messo a studiare o a cercare chi poteva darmi qualcosa in più. Ero ancora giocatore nella testa".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

La passione per il calcio

Quindi sui risultati straordinari e a sorpresa che ha ottenuto nel corso della sua carriera da allenatore: "La passione che ho per il calcio mi porta a superare sempre un po' tutte le difficoltà. Poi ognuno di noi deve sapere cosa è disposto a sacrificare. Vale sia per gli allenatori che per i calciatori. Io mi ricordo che ho fatto il primo ritiro a 15 anni con il Lecce, lì devi fare una scelta. Sacrifichi le vacanze perché l'estate così dura pochissimo, poi io sono uno che ha fatto tutto il percorso scolastico altrimenti non mi avrebbero fatto giocare. Quando finiva la scuola iniziava il ritiro in montagna, ho sacrificato l'adolescenza, il rapporto con gli amici, la discoteca...".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Papà Cosimino

Poi sui ricordi di suo papà Cosimino: "Sicuramente l'educazione che ricevi dalla famiglia segna la tua vita. Penso che soprattutto che chi è genitore deve sapere che ha un compito importante, ovvero educarli nella giusta maniera facendogli capire i valori. La mia eduzione è stata molto rigida, fin da bambino se volevo una cosa dovevo prima dare. Ad esempio c'era un patto con i miei genitori, per giocare a calcio dovevo andare bene a scuola. Era la mia passione e anche quella di mio papà".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

L'ultimo anno di Del Piero alla Juve 

Spazio all'esperienza sulla panchina della Juventus, con la gestione dell'ultimo anno di Del Piero in bianconero: "Ale fu veramente importante perché accettò di non essere un titolare sempre, ma ti dico che nei momenti in cui la palla scottava (Buffa suggerisce la partita con l'Inter dove segnò e Conte ride, ndr) lo facevo giocare. E' stato determinante per quello scudetto. Ad inizio stagione era capitata quella cosa che Andrea (Agnelli, ndr) aveva annunciato che sarebbe stato il suo ultimo anno. Ti dico sinceramente che se Ale fosse venuto a chiedermi di fare un altro anno alla Juve mi sarebbe piaciuto allungargli ancora un altro anno la carriera alla Juve. Dopo che vinci uno scudetto, poi lui si è comportato da grande campione"

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Celebrare le vittorie

Conte spiega come è cambiato il suo rapporto con la vittoria, o più precisamente con le celebrazioni dei successi: "Ci sono cicatrici profonde che tu comunque ti porti, ecco perché a volte tiro fuori una cattiveria che può far "paura", timore. Cerco in tutti i modi di vincere e celebrare la vittoria, cosa che io in passato tante volte non ho fatto e mi sono pentito. Adesso a Napoli l'ho fatto, me la sono goduta perché si fa tanto per arrivare al traguardo e vincere: una volta che arrivi al traguardo te la devi godere, altrimenti non ha senso fare il percorso e non ha senso fare tutti quei sacrifici".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Antonio Conte è uno di quegli allenatori celebri per dare tutto alla squadra che allena, in campo. Ma stavolta il tecnico non si è risparmiato neanche davanti ai microfoni, raccontandosi in un lungo speciale realizzato da Sky Sport con Federico Buffa. Dagli inizi della carriera all'importanza di festeggiare le vittorie (come quella recente a Napoli per lo Scudetto), passando per il rapporto che ha con il calcio e l'aneddoto su Alessandro Del Piero relativo all'ultimo anno alla Juve di 'Pinturicchio', che coincise col primo da tecnico bianconero proprio di Conte.

Conte e la prima esperienza in panchina

Conte è partito dal raccontare la sua prima esperienza da allenatore con l'Arezzo nel 2006-07: "Quando sono arrivato lì non ero ancora un allenatore. Pensavo di esserlo in virtù del fatto di essere stato allenato dai più grandi tecnici di quel periodo. Tranne che da Capello io ero stato allenato da Sacchi, Trapattoni, Lippi, Ancelotti, Fascetti, Mazzone... In quel momento non ero però ancora veramente un allenatore e prendo questa bella mazzata sui denti e capisco che devo studiare. Lì ho fatto cinque anni in uno, ringrazio il Signore di essere stato mandato via. Se non fosse successo non avrei capito certe dinamiche e non mi sarei messo a studiare o a cercare chi poteva darmi qualcosa in più. Ero ancora giocatore nella testa".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A
1
Conte a sorpresa: "Se me l'avesse chiesto Del Piero avrei detto sì! In passato mi sono pentito..."
2
La passione per il calcio
3
Papà Cosimino
4
L'ultimo anno di Del Piero alla Juve 
5
Celebrare le vittorie