Samaden e l'Intelligenza Artificiale
Il testimone di Favini è passato a Maurizio Costanzi, l'uomo dello storico scudetto Primavera del Chievo, che negli otto anni atalantini ha fatto un lavoro splendido (4 scudetti: due con la Primavera, uno con l'Under 17 e uno con l'Under 15; tre Supercoppe: 2 con la Primavera e una con l'Under 17). Costanzi si è congedato il 30 giugno. Il giorno dopo è arrivato Roberto Samaden, 56 anni, dei quali trentatré vissuti alla guida del vivaio interista, scanditi da 19 titoli giovanili, una Next Gen con Stramaccioni, 3 Tornei di Viareggio e un battaglione di calciatori, molti dei quali arrivati alla ribalta: Balotelli, Santon, Dimarco, Biraghi, Bonazzoli, Pinamonti, Faraoni, Benassi, Gnonto, Valentin Carboni, Fabbian, Sebastiano Esposito. "Samaden è uno dei nostri migliori acquisti", l'ha definito Luca Percassi, con il malcelato orgoglio di chi è riuscito a strappare all'Inter un simile signore dei vivai. Samaden si èpresentato a Zingonia, nella sede dell'Accademia Mino Favini: "Sono qui nel suo nome", ha esordito e miglior debutto non poteva fare. Da un anno, in Accademia è approdata l'intelligenza artificiale della startup milanese Vedrai, specializzata nello sviluppo di soluzioni a supporto sia del settore giovanile sia del marketing. Rimarca il presidente Michele Grazioli: "Abbiamo scelto l’Atalanta perché rappresenta nel senso più puro del termine la piccola-media impresa italiana: una società che, con perseveranza e duro lavoro, dalla provincia è riuscita a scalare la Serie A per arrivare a competere con i grandi club del calcio europeo. La chiave di questa crescita è parte di una filosofia ben precisa: credere nei giovani del territorio, formarli e metterli nelle migliori condizioni per esprimere il proprio potenziale”.
Sartori, Luca, Congerton e D'Amico
La miniera d'oro è in ottime mani, così come la strategia di mercato. Dopo gli otto, strepitosi anni di Giovanni Sartori, a Zingonia si sono insediati Lee Congerton, Tony D'Amico e hanno subito fatto centro, sotto la supervisione di Luca Percassi, 41 anni, amministratore delegato da tredici, un autentico mastino, seconda pelle nerazzurra, stakanovista, in sede da mane a sera, uomo fondamentale nel rapporto con i partner bostoniani, in testa Steve Pagliuca che ha sposato in toto la filosofia di padre e figlio Percassi. Al punto di presentarsi con Luca a casa Hojlund, in Austria, l'estate di un anno fa, per convincerlo a firmare per l'Atalanta, galeotta anche la passione cestistica per i Celtics della mamma del nazionale danese. Pagato 17 milioni, ora Rasmus, secondo l'Atalanta ne vale quasi il triplo, quanto Scalvini e quanto Koopmeiners. Intanto, a Bergamo, a parametro zero è arrivato un veterano del calibro di Kolasinac, 30 anni, 53 presenze nella nazionale di Dzeko, ex Stoccarda, Schalke 04, Arsenal e Marsiglia. Con lui e, come lui, a costo zero, Michel Adopo, 22 anni, ex Toro. Olandese come de Roon, Hateboer e Koopmeiners è Mitchel Bakker, 23 anni, ex Ajax, Psg, Bayer, pagato 10 milioni. Romagnolo, invece, è Marco Carnesecchi, 23 anni compiuti il 1° luglio, 22 presenze in Under 21, di rientro dal prestito alla Cremonese (85 presenze, 57 in B e 28 in A), Figlio di Zingonia dal 2017. Tutto si tiene.