Pagina 2 | Arianna Mihajlovic in tv: "Sinisa e i figli, mi ha lasciato la mano con un ultimo rimpianto"

Arianna Rapaccioni, ex showgirl romana e moglie di Sinisa Mihajlovic dal 2005, è tornata a parlare della scomparsa del marito. Ospite di Monica Setta a Storie al Bivio Show su Rai 2 (la cui puntata andrà in onda martedì 24 giugno in prima serata) ha condiviso con i telespettatori il peso del lutto e il difficile cammino per elaborarlo: "Dopo la morte di Sinisa ho avuto una strana reazione. Ho usato i social fingendo una felicità inesistente. Il primo anno è stato molto duro: pubblicavo in continuazione per affrontare il dolore. Solo oggi ho capito che lui vorrebbe vedermi andare avanti".

Arianna Mihajlovic, il racconto del dolore dopo la morte di Sinisa

Nel corso dell'intervista, Arianna Rapaccioni ha ricordato altresì il primo incontro con Sinisa, avvenuto in un ristorante romano al Gianicolo nel 1995. Un amore, il loro, nato come un colpo di fulmine che non si è mai spento. "Mi propose di vivere insieme. Io gli dissi: solo da sposata. Così, dopo un anno di fidanzamento, ci siamo detti sì", ha rivelato lady Mihajlovic, per poi aggiungere: "Oggi sono anche nonna di due nipoti e questo affetto dei figli mi aiuta a non soccombere alla sofferenza". Nel 2019, durante una vacanza in Sardegna, un dolore improvviso al fianco portò Mihajlovic a fare degli accertamenti, dai quali emerse la terribile diagnosi di leucemia. "Era una forma molto aggressiva. Facemmo un patto: affrontiamo tutto insieme e vinceremo questo brutto male", ha ricordato Arianna, e poi ha aggiunto: "Nonostante le difficoltà, Sinisa mantenne sempre la forza di sorridere, e alla fine delle prime cure sembrava aver vinto la battaglia". Il momento più difficile arrivò con la recidiva. Mihajlovic chiedeva continuamente se sarebbe sopravvissuto, mentre. Rapaccioni non mostrava mai la sua sofferenza per dargli forza: "Lui spiava le mie reazioni per capire quanto stessi male. Io mi mostravo allegra, non mi ha mai vista piangere"...

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Il dolore più grande e l'addio

Per l'ex allenatore del Bologna, il dolore più grande non era la morte, ma l’idea di non poter più vedere la crescita dei suoi figli: "Era ormai chiaro che non c’era più nulla da fare. Sinisa taceva. Mi disse solo: ‘Mi dispiace non vedere crescere i miei figli". La narrazione è diventata ancora più struggente con il racconto dell'ultimo momento di Sinisa, mentre Arianna gli stava accanto tenendogli la mano: "Mi disse: ‘Ricordati che ti amo. Ora ci sarai tu come guida per i nostri figli’. Poi mi lasciò la mano dolcemente e se ne andò sereno". Ed ancora: "Mi ha affidato il suo amore e la sua famiglia. Da allora sono io la guida dei nostri figli e nipoti". 

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Il dolore più grande e l'addio

Per l'ex allenatore del Bologna, il dolore più grande non era la morte, ma l’idea di non poter più vedere la crescita dei suoi figli: "Era ormai chiaro che non c’era più nulla da fare. Sinisa taceva. Mi disse solo: ‘Mi dispiace non vedere crescere i miei figli". La narrazione è diventata ancora più struggente con il racconto dell'ultimo momento di Sinisa, mentre Arianna gli stava accanto tenendogli la mano: "Mi disse: ‘Ricordati che ti amo. Ora ci sarai tu come guida per i nostri figli’. Poi mi lasciò la mano dolcemente e se ne andò sereno". Ed ancora: "Mi ha affidato il suo amore e la sua famiglia. Da allora sono io la guida dei nostri figli e nipoti". 

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