"Oh Pioli, salta la panchina": caos Fiorentina, i tifosi ricordano la retrocessione con Batistuta

Contro il Lecce ennesimo ko Squadra contestata e ritiro punitivo. Di Francesco: "Gara difficile affrontata nel modo migliore"
"Oh Pioli, salta la panchina": caos Fiorentina, i tifosi ricordano la retrocessione con Batistuta

La Fiorentina è in picchiata, contestata insieme al suo allenatore - “Oh Pioli salta la panchina” scandisce la curva Fiesole - e sconfitta pure nello scontro diretto con il Lecce a cui bastano il gol nel primo tempo di Berisha e una prestazione ordinata, senza troppi sforzi, per espugnare il Franchi diventato sempre più terra di conquista. Ieri sera il tecnico emiliano era ancora al suo posto, in ritiro al Viola Park, fino a nuove comunicazioni, insieme ai giocatori e a quel che resta della dirigenza (il dg Ferrari e il dt Goretti in stretto contatto con il patron Commisso negli Usa) dopo le dimissioni sabato del ds Pradè.

Tutti in silenzio stampa e in ritiro “punitivo” al centro sportivo (dove è aumentata la sorveglianza da parte della polizia) per una notte di riflessioni e confronto, sperando porti consigli e aiuti a capire: 1) se ci sono ancora le condizioni per continuare con l'attuale guida tecnica - al momento non c'è aria di dimissioni da parte di Pioli, mentre circola l'ipotesi di una rescissione consensuale: l'allenatore emiliano ha un contratto di tre anni a tre milioni a stagione; 2) se la squadra è consapevole e pronta a rialzarsi; 3) se urge una scossa immediata. La decisione è attesa oggi: in caso di esonero di Pioli in pole position c’è Vanoli, anche se circolano altre ipotesi, tra le quali la promozione del tecnico della Primavera Galloppa almeno per le prossime due gare prima della sosta - la trasferta di Conference giovedì con il Mainz e il delicatissimo scontro diretto di domenica con il Genoa - in modo da avere più tempo per riflettere.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Fiorentina

Palladino e Giuntoli per i post Pioli e Pradè. L'incubo retrocessione

Il ritorno di Palladino, che conosce già l'ambiente, è una possibilità alternativa dopo l'addio di Pradè con cui non correva buon sangue. Quanto al nuovo direttore sportivo, Commisso potrebbe prendersi anche un po' di tempo (non troppo) mentre continuano a circolare i nomi di Giuntoli e Petrachi. Intanto Firenze ribolle, dentro al Franchi - "L'unica che vogliamo è vincere" aveva detto Pioli a Dazn nel pre-gara prima che la sua squadra si sciogliesse ancora una volta come neve al sole subendo il 4° ko interno in cinque partite - e fuori, con centinaia di tifosi che alla fine si sono radunati davanti all'ingresso autorità lanciando fischi e cori, allertando la polizia antisommossa. La protesta comunque è durata poco, restano però la delusione, la rabbia, la preoccupazione del popolo viola per una classifica che dopo 10 giornate senza vittorie (record negativo nella storia quasi centenaria del club) fa sempre più paura anche nel ricordo di una retrocessione avvenuta sotto la gestione Cecchi Gori con Batistuta, Effenberg e Brian Laudrup in rosa.

Di Francesco: "Potevamo essere la vittima sacrificale"

La Serie B è un fantasma che ha preso a volteggiare complice l'ennesima prova deludente, vuota di tutto da parte dei viola mentre il solco con le avversarie coinvolte nella lotta salvezza si sta facendo sempre più profondo. Lo stesso Lecce, al secondo successo in campionato dopo quello ottenuto a Parma, è avanti di 5 punti. Il gruppo di Di Francesco è una squadra che gioca con ordine e compattezza e dopo il vantaggio ha rischiato poco: due tiri di Kean fra primo e secondo tempo, un tentativo di Dzeko, un’occasione fallita a due passi da Ranieri che all’85’ ha molto protestato per un presunto contatto con Pierotti prima punito con il rigore poi revocato dall’arbitro dopo revisione. "Era una partita in cui avremmo potuto essere la vittima sacrificale invece i miei ragazzi l’hanno affrontata alla grande" gongola a ragione Di Francesco. I fischi giustamente sono tutti per la Fiorentina.  

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La Fiorentina è in picchiata, contestata insieme al suo allenatore - “Oh Pioli salta la panchina” scandisce la curva Fiesole - e sconfitta pure nello scontro diretto con il Lecce a cui bastano il gol nel primo tempo di Berisha e una prestazione ordinata, senza troppi sforzi, per espugnare il Franchi diventato sempre più terra di conquista. Ieri sera il tecnico emiliano era ancora al suo posto, in ritiro al Viola Park, fino a nuove comunicazioni, insieme ai giocatori e a quel che resta della dirigenza (il dg Ferrari e il dt Goretti in stretto contatto con il patron Commisso negli Usa) dopo le dimissioni sabato del ds Pradè.

Tutti in silenzio stampa e in ritiro “punitivo” al centro sportivo (dove è aumentata la sorveglianza da parte della polizia) per una notte di riflessioni e confronto, sperando porti consigli e aiuti a capire: 1) se ci sono ancora le condizioni per continuare con l'attuale guida tecnica - al momento non c'è aria di dimissioni da parte di Pioli, mentre circola l'ipotesi di una rescissione consensuale: l'allenatore emiliano ha un contratto di tre anni a tre milioni a stagione; 2) se la squadra è consapevole e pronta a rialzarsi; 3) se urge una scossa immediata. La decisione è attesa oggi: in caso di esonero di Pioli in pole position c’è Vanoli, anche se circolano altre ipotesi, tra le quali la promozione del tecnico della Primavera Galloppa almeno per le prossime due gare prima della sosta - la trasferta di Conference giovedì con il Mainz e il delicatissimo scontro diretto di domenica con il Genoa - in modo da avere più tempo per riflettere.

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