L'Inter usa i giovani ma fa giocare i "vecchi"

Asllani e Bellanova sono tra gli elementi finora meno utilizzati da Inzaghi. E i ragazzi come Casadei e Pinamonti sono stati utili solo per incassare
L'Inter usa i giovani ma fa giocare i "vecchi"© Inter via Getty Images

MILANO - Non è un’Inter per giovani. O per lo meno non è lo stata finora e difficilmente lo potrà essere nell'arco dell'intera stagione non fosse altro perché quello nerazzurro è l'organico con l'età media più alta della Serie A (27.4 anni). Che non sia un'Inter per giovani lo raccontano le scelte di Simone Inzaghi e le statistiche di Serie A e Champions. Ma lo descrivono anche le decisioni che ha dovuto prendere durante l’estate la società nerazzurra, partita a inizio giugno con l’idea di ringiovanire la rosa e poi costretta cammin facendo a cambiare strategia per salvaguardare i big, cedendo alcuni dei propri gioielli a titolo definitivo - Pinamonti al Sassuolo e Casadei al Chelsea - per avvicinarsi agli obiettivi economici fissati da Suning e mantenere al tempo stesso un organico all’altezza di poter puntare allo scudetto. Per questo si è anche deciso di non trattenere altri ragazzi come Satriano o Agoumé, mandandati in prestito a Empoli e Troyes per continuare il loro percorso di crescita.

Zero da titolari

Marotta e Ausilio all’alba del mercato estivo hanno piazzato subito due colpi molto interessanti in prospettiva, il 20enne Kristjan Asllani, centrocampista preso dall’Empoli per coprire l’annoso problema del vice-Brozovic, e il 22enne Raoul Bellanova, terzino destro prelevato dal Cagliari per rimpinguare la batteria degli esterni. Fra i progetti c’erano anche altri due talenti sulle fasce, Cambiaso e Udogie, ma la mancanza di budget ha bloccato ogni ragionamento. Durante il pre-campionato Asllani e Bellanova hanno dato indicazioni interessanti, ma quando sono cominciate le gare ufficiali, per loro lo spazio si è ridotto drasticamente. Con l’esordio di martedì a Plzen di Acerbi, escludendo ovviamente il terzo portiere Cordaz, proprio Asllani e Bellanova rimangono gli unici due giocatori a non aver ancora giocato una gara da titolare nelle due competizioni affrontate dall'Inter. Il loro minutaggio, restando alla sola Serie A, dice 24 minuti per entrambi.

Fiducia nei senatori

Solo Acerbi ha giocato meno (0 in A), ma ne ha messi insieme 90 in Champions, così come D’Ambrosio, in campo per 24 minuti in campionato, ma ben 116 in Europa. Come si spiega questo dato? Scarsa fiducia di Inzaghi? Dopo un solo mese di stagione sarebbe errato sentenziare una cosa del genere. Di sicuro il tecnico, in un avvio tutt’altro che in discesa per la squadra nerazzurra, con difficoltà atletiche, tecniche, ma soprattutto psicologiche, ha preferito affidarsi ai “propri” uomini, coloro che già conoscevano il gioco, o a gente esperta come Mkhitaryan o Lukaku che di certo non aveva bisogno di essere “protetta”. Per restare in gioco, l'Inter si è affidata ai senatori, a giocatori esperti, pronti a vincere; una strategia differente rispetto al Milan che ha inserito giovani di talento e prospettiva nella rosa campione d'Italia. È comunque possibile che dopo la sosta soprattutto Asllani trovi spazio per non sfiancare Brozovic che avrà anche un Mondiale da disputare nei prossimi mesi. Così aumenteranno le rotazioni, un processo necessario per non disperdere il talento di due ragazzi che un domani potrebbero diventare i senatori del futuro.

 

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