Inter, Correa bocciato da San Siro. E le seconde linee non ingranano

Inzaghi difende il suo fedelissimo, però ora preoccupa pure il fattore ambientale. Da Gagliardini a Gosens fino a D’Ambrosio: quante stecche col Parma
Inter, Correa bocciato da San Siro. E le seconde linee non ingranano© Inter via Getty Images

MILANO - Quante occasioni può mancare un giocatore prima di essere definito serenamente un acquisto sbagliato? Perché per Joaquín Correa le possibilità di fallire stanno diventando sempre meno. Ne avrà altre, si presume facilmente. Almeno a giudicare dalle dichiarazioni nel post partita della gara col Parma del tecnico Inzaghi, colui che lo ha voluto e lo ha difeso a dispetto di tutto - pure dell’evidenza. Soprattutto, poi, perché finché non ci sarà un Lukaku al top comunque servirà dare ossigeno in qualche partita al duo degli stakanovisti là davanti, Dzeko e Lautaro. Correa quindi di spazio ne troverà, anche al di là dei meriti palesati. Il punto è che martedì (e non è la prima volta) qualche commento spazientito - non chiamiamola ancora contestazione - dalle gradinate occupate dai tifosi è arrivato all’ennesima giocata sbagliata del Tucu. Che vabbè, nella sua prima stagione all’Inter non ha avuto vita facile e inserimento agile per via degli infortuni che lo hanno tormentato. Ma nella seconda sta deludendo forse anche di più: sia perché continua ad accusare una caterva di fastidi fisici che gli sono pure costati il Mondiale (e all’Inter serve un giocatore a posto da quel punto di vista, specie in questa stagione in cui Lukaku è pure lui più spesso ai box che sull’erba a segnare), sia perché quando è in campo l’incidenza è ben lontana da quella sperata. Se una stagione no in una grande squadra ci può stare, due sono una di troppo - e una big con grandi obiettivi come è giusto che l’Inter si ponga, non può aspettare per sempre la miglior versione di Correa. Giocatore che, peraltro, anche nel passato laziale non è che sia stato sempre autore di stagioni da incorniciare. L’ambiente nerazzurro ha sperato fiducioso che l’approdo in una grande piazza fosse il preludio all’esplosione. Invece al posto del razzo interstellare, il botto è stato più simile a un petardo di Capodanno. Con l’aggravante che all’ambiente nerazzurro è rimasto ben impresso l’importo messo sul tavolo per accaparrarsi il giocatore: 33 milioni. Per le casse un po’ esangui dell’Inter degli ultimi mercati, un’enormità. Che pesa eccome a bilancio: per separarsi dal Tucu in estate servirà qualcuno che porti 18 milioni, se si vogliono evitare minusvalenze. Mica facile, viste le fantastiche prove del nostro: 9 gol in due stagioni, finora (tra l’altro spalmati in 6 match) e assist forniti col contagocce. La speranza è che si riscatti prima della fine del campionato, magari trovando almeno una stabilità fisica che gli consenta di giocare pure di più.  

Non solo Correa, male anche gli altri

Che poi, non è che Correa sia stato il solo a fallire la chance Parma - sebbene sia stato il più bravo nel fallirla, va riconosciuto. Lo stesso discorso potrebbe essere fatto per le altre ‘seconde-linee-in-cerca-di-spazio’. Gagliardini in mezzo al campo ha messo insieme un campionario di errori che sicuramente derivano anche dal suo recente scarso impiego, ma che han fatto rizzare i capelli a mezza San Siro. Gosens sull’esterno: non pervenuto. D’Ambrosio in difesa pure lui ha palesato qualche ruggine dettata forse da una lunga attesa in panchina. Per farla breve: tra le novità nell’undici di partenza si è salvato solo De Vrij. E Asllani in parte, con l’asterisco. Perché è vero che la prova dell’ex Empoli non è stata brillantissima, ma è anche vero che la serata di tutta la squadra non gli ha dato una mano nell’esprimersi al meglio. Andrà meglio la prossima, insomma. Si spera.

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