Inter, Lautaro leader e trascinatore fra parole e gol

Dal messaggio ai tifosi in difesa di Dumfries e i richiami ai compagni alla standing ovation all’uscita

MILANO - Gol da capitano, gol da leader. È vero che la gara vinta ieri dall’Inter contro il Lecce è stata sbloccata da Mkhitaryan, ma la rete che ha chiuso i conti e scacciato le possibili ansie finali è stata di Lautaro Martinez. Il nuovo capitano della squadra nerazzurra, l’uomo che domenica scorsa dopo la sconfitta di Bologna ci aveva messo la faccia, chiedendo scusa ai tifosi e ammonendo l’intero ambiente interista: «Così non andiamo da nessuna parte». Parole da leader che avevano trovato il plauso dell’ad Marotta, pensieri che evidentemente hanno accompagnato l’elettrica settimana vissuta ad Appiano e che sono servite per far sì che la squadra ieri sera sia scesa in campo con il giusto approccio. Lautaro ieri sera non ha disputato la sua migliore partita all’Inter. Si è sbattuto come sempre, ha subito diversi colpi dai difensori salentini, ma ha faticato a rendersi pericoloso sottoporta. Però l’argentino ha messo lo zampino nell’azione dell’1- 0, aprendo il corridoio che Gosens ha sfruttato per condurre la palla in area e servirla a Barella che a sua volta ha appoggiato all’armeno. E soprattutto ha siglato in avvio di ripresa il 2-0 con uno dei suoi marchi di fabbrica, la girata di prima intenzione di destro.

Lautaro in difesa di Dumfries

E per confermare il suo periodo da capitano e leader, Lautaro ha subito voluto ringraziare l’autore dell’assist, ovvero Dumfries. L’olandese nel primo tempo era stato fra i peggiori dell’Inter, con il pubblico di San Siro che aveva iniziato a beccarlo, rumoreggiando a ogni suo errore. L’argentino si è accorto delle diffi coltà ambientali di Dumfries e mentre esultava per il gol - il 91° con la maglia dell’Inter, a meno tre da un mito come Mario Corso -, ha più volte indicato l’olandese, chiedendo ai tifosi, in particolare quelli della Curva Nord, di sostenerlo. La rete del 2-0 ha spazzato vie le paure e anche Simone Inzaghi ha avuto meno problemi a togliere il suo numero dieci, sostituito al 26’ per far spazio a Lukaku. Lautaro Martinez in quel momento si trovava dal lato opposto rispetto al belga ed è dovuto uscire dal campo senza andare a salutare “Big Rom”. Poco male, così facendo l’argentino ha percorso metà perimetro del campo ricevendo l’ovazione e la standing ovation degli oltre 70mila tifosi nerazzurri presenti a San Siro. E prima di arrivare in panchina il “Toro” ha abbracciato i compagni che si stavano scaldando e a ognuno ha detto di usare la testa. Altro gesto da leader, come riconosciuto anche da Inzaghi: «Lautaro è qui da tanti anni, sta avendo un rendimento costante, è un giocatore per noi importantissimo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...