Inter, Acerbi: "Gol di Kostic? Era mano, ma la Juventus ha meritato"

Il difensore nerazzurro torna sulla sfida contro i bianconeri. E sul futuro dice: "Spero di restare"
Inter, Acerbi: "Gol di Kostic? Era mano, ma la Juventus ha meritato"© Inter via Getty Images

Arrivato all'Inter in estate dalla Lazio, Francesco Acerbi è ormai diventato un pilastro della difesa nerazzurra. Simone Inzaghi, che ne ha apprezzato le doti calcistiche e umane nella Capitale, lo ha voluto anche in questa sua nuova esperienza e lo ha ormai trasformato in un tassello inamovibile della sua retroguardia. Bastoni, Skriniar, De Vrij, Darmian, ruotano tutti, ma lui rimane sempre lì, al suo posto nei tre dietro. Dopo qualche panchina, l'ex Sassuolo ha fatto il proprio esordio ufficiale con l'Inter il 13 settembre nella trasferta di Plzen valida per il secondo match della fase a gironi di Champions League. Da quel momento è sempre stato chiamato in causa e ha già collezionato 30 presenze, impreziosite dalla rete che ha permesso all'Inter di battere il Parma negli ottavi di finale di Coppa Italia. A poche ore dal ritorno in campo dopo la pausa per le nazionali, che vedrà i nerazzurri sfidare al Meazza la Fiorentina sabato alle 18, il difensore ha rilasciato una lunga intervista a DAZN nel format 1 vs 1. "Se avessi una testa normale come quella di adesso avrei giocato già a 18 anni in Serie A in una grande squadra. Non lo dico per vantarmi. Se non avessi avuto la malattia, a 28 anni giocavo con tutto il rispetto in Serie B e ora nemmeno più a calcio. Questo è garantito. Grazie a Dio questo mi ha dato la ripartenza e quindi posso solo dire grazie perché stavo andando in malora". 

Aprile sarà il mese della Champions League, della Coppa Italia e del campionato. Come lo puoi definire?

"Un mese che non vedi l'ora, anche se c'è un po' paura, che ti mette però adrenalina nello stesso tempo. Sono partite da dentro o fuori. Dopo aver passato il turno si è percepito questo. Ovviamente nello spogliatoio una chiacchierata ce la siamo fatta. D'altra parte c'è anche il campionato che non ci fa stare tranquilli. Champions? Te la devi giocare. Sapendo che il Benfica è alla portata anche se fortissimo. Ce la possiamo giocare, è importante cercare di passare il turno".

Troppe critiche all'Inter?

"Penso sia giusto dire le cose positive, come la Supercoppa o i quarti di finale di Champions e la semifinale di Coppa Italia. Puoi anche riuscire ad andare in semifinale, è tutto alla nostra portata. Bisogna sempre dare i meriti che si dimenticano sempre, bisogna però guardare anche l'altra parte. L'Inter ha avuto troppi alti e bassi in campionato. Sono onesto, potevamo avere 10, 11 o 12 punti in più in classifica rispetto ad adesso".

Il gol di Kostic in Inter-Juve?

"Viziato dalla mano però loro hanno interpretato meglio la partita. Hanno vinto meritatamente, magari sono convinto che non facevano mai gol, erano però più convinti ed equilibrati in campo. Bisogna imparare dagli errori. Questo episodio può essere uno stimolo per la semifinale di Coppa Italia".

Il gol di testa col Parma?

"La palla arrivava lì, io ero in corsa, ce l'avevo sulla testa e l'ho colpita d'istinto, niente di che. Io e Buffon abbiamo riso insieme"

Ti aspettavi un rendimento così alto o ti ha sorpreso?

"Ho avuto sempre buone stagioni sotto il punto di vista dell'attenzione e della concentrazione. Conosco i miei punti di forza, so che ho fatto un anno difficile alla Lazio ma posso ancora fare meglio. Alla fine sono i risultati che contano, vediamo come finirà la stagione".

Inzaghi ti stima: si può considerare un fratello maggiore?

"Non sono quel tipo di calciatore che si lega al mister. Il mister è il mister. Punto. Lo saluto, lo apprezzo perché mi ha voluto alla Lazio e all'Inter. Ho sempre dato quello che ho ricevuto. Ma se faccio schifo è giusto che non mi faccia giocare. Faccio di tutto per poter giocare ma il mister deve fare le sue scelte e bisogna rispettarle. Ci vuole una distanza ben definita".

L'attaccante più difficile da affrontare?

"Dico Ibra".

Il tuo primo idolo e cosa gli ruberesti?

"Weah a 7 anni. Gli ruberei il sorriso. Da piccolo giocavo attaccante, poi è arrivato Nesta ma il primo idolo è stato Weah".

Il giovane che ti sta sorprendendo?

"Mi piace un sacco Scamacca".

L'avversario che avresti voluto sfidare?

"Messi".

Il compagno più acculturato?

"Mi viene in mente Darmian, non so perché".

La partita più difficile della stagione?

"Col Porto".

Lo stadio più bello dove ho giocato?

"San Siro".

La tua speranza per il futuro?

"La speranza è quella di rimanere all'Inter. Sono due mesi importanti, cerco di fare solo il mio meglio e quello che succederà succederà. Non sapevo cosa sarebbe successo il 31 agosto. Mi trovo benissimo all'Inter, non dipende da me. Se dipendesse da me rimarrei qui senza nessun problema. Non voglio mettere fretta e la dirigenza lo sa".

Gli ultimi tre minuti contro il Porto?

"Erano cross continui, ho visto la palla in rete ma c'era Dumfries. Da lì ho capito che avremmo vinto, ci sono dei segnali. Ci stavamo schiacciando, sono stati minuti pesanti. Le squadre portoghesi son toste".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Inter, i migliori video