
MILANO - Il presidente Steven Zhang ha alzato la... muraglia sul suo destino alla guida dell’Inter. Ieri, durante l’annuale assemblea degli azionisti che ha ratificato il bilancio ’22-23 - ne parliamo in basso; nel cda è entrata Melody Xu Yichen, senior investment Suning al posto di Yang Yang -, Zhang, collegato da Nanchino, ha fatto il punto della situazione in un discorso con diversi proclami come la voglia di raggiungere la seconda stella, tralasciando però l’aspetto probabilmente più importante: quale sarà il futuro del club nerazzurro e di Suning alla guida di esso? Essendo in Cina - tornerà a Milano prima di Natale? -, Zhang ha evitato che fosse organizzata come ogni anno la consueta conferenza stampa, dribblando così le domande sul tema. Come ormai è arcinoto, infatti, entro il 20 maggio 2024 il gruppo cinese, tramite la holding Gran Tower Sarl, dovrà restituire al fondo statunitense Oaktree il prestito da 292 milioni ricevuto nel maggio 2021 e che ammonterà, con gli interessi, a oltre 350 milioni.
Proprietà Inter e grandi manovre
Le due strade per Zhang
Zhang ha due strade davanti a sé, considerando non percorribile quella del completo rimborso (finora della cifra iniziale ricevuta sono stati utilizzati 148 milioni): rifinanziare o cedere/perdere il club, visto che a Oaktree ha dato in pegno le quote dell’Inter. Zhang sta tentando da mesi la prima via, complicata e “cara” visto che gli interessi che per esempio chiede Oaktree per prolungare supererebbero oltre il 20%. Parallelamente va avanti la via della cessione con Zhang però restio. Gli advisor incaricati per cercare investitori - Goldman Sachs e Raine Group - hanno trovato soggetti interessati, in primis un gruppo del Golfo Persico, ma non mancano interlocutori americani. La sensazione generale è che entro febbraio 2024 arriverà una soluzione, anche perché non bisogna dimenticare come le perdite da 342 milioni dei bilanci '20-21 e '21-22, che Suning non ha coperto e rinviato sfruttando le norme anti-Covid, andranno invece saldate entro il 30 giugno 2027 (il gruppo di Nanchino per via della crisi finanziaria non è stato in grado di effettuare ricapitalizzazioni ed è ricorso al prestito di Oaktree o alle cessioni dei big).