Tre (e mezzo) come nuovi. In un calendario iper-compresso, avere un paio di settimane per far lavorare i giocatori senza l’assillo delle partite vale oro. E così, visto come è finita a Firenze, benedetta fu la doppia squalifica di Hakan Calhanoglu e Nicolò Barella. Al Franchi era in distinta, ma è stato tutta la partita in panchina pure Federico Dimarco perché ancora affaticato dopo gli straordinari in Supercoppa, mentre Francesco Acerbi (che aveva lo stesso problema, ma ricopre un altro ruolo che comporta un diverso dispendio di energie) ha giocato soltanto l’ultima mezzora. Nell’Inter che ieri pomeriggio ha ripreso gli allenamenti dopo i due giorni di riposo concessi da Simone Inzaghi, quanto mai attento pure al recupero mentale del gruppo, ci saranno così quattro volti nuovi domenica contro la Juve rispetto a Firenze. La carica dei titolarissimi, ricaricati - è il caso di Barella - pure grazie a un programma ad hoc studiato da chi cura la preparazione fisica.
Sei gare in 25 giorni
Un jolly importante su cui può contare Inzaghi che a febbraio, complici l’uscita dal letargo della Champions e il recupero in campionato con l’Atalanta, avrà il calendario più intasato della tangenziale all’ora di punta con sei gare in venticinque giorni. Nelle prime due, quella con la Juve e la trasferta di Roma sabato 10, verrà azzerato il turnover che invece è atteso in modo massiccio contro la Salernitana a San Siro, match che farà da antipasto alla serata di gala con l’Atletico Madrid sempre al Meazza. Se non ci saranno intoppi nei prossimi allenamenti, l’intenzione di Inzaghi è quella di riproporre la formazione di Firenze con i quattro cambi legati ai rientri dei big, vale a dire Acerbi per De Vrij in difesa, Calhanoglu per Asllani e Barella per Frattesi in mezzo al campo, quindi Dimarco per Carlos Augusto sulla corsia mancina. Confermato a destra Matteo Darmian: l’unico possibile ballottaggio poteva essere quello con Denzel Dumfries però l’olandese sta ancora completando il programma per farlo tornare al top della condizione e, in tal senso, è ritenuto preferibile utilizzarlo negli ultimi minuti piuttosto che giocarsi un cambio. Si è infine conclusa la telenovela legata al trasferimento di Stefano Sensi al Leicester: in caso di (probabile) promozione in Premier delle Volpi, l’Inter incasserà 2,5 milioni per il cartellino. Non male per un giocatore in scadenza che era l’ultimo nelle gerarchie tra i centrocampisti ad Appiano.