Thuram in missione: vuole esserci per Atletico Madrid-Inter

La sensazione è che quella all’adduttore destro sia un’elongazione: l’attaccante può fare le prove generali col Bologna
Thuram in missione: vuole esserci per Atletico Madrid-Inter© LAPRESSE

L’eclissi di ThuLa durerà per qualche tempo. Oggi Marcus Thuram si sottoporrà agli esami strumentali che dovranno fare chiarezza sull’entità dell’infortunio patito martedì quando, dopo uno scatto con Witsel, il francese si è fermato chiedendo il cambio. La sensazione è che quella all’adduttore destro sia più di una contrattura, come trapelato a caldo, ovvero un’elongazione. Questo significa un paio di settimane ai box: il francese salterà sicuramente Lecce e Atalanta e dovrebbe fare le prove generali in vista della notte al Civitas Metropolitano (13 marzo) a Bologna - data ancora da stabilire, con possibile slot per sabato 9 alle 18 -. Tra Atalanta e Bologna c’è pure il match con il Genoa a San Siro (lunedì 4 marzo) quando, giorno più, giorno meno, scadranno le due settimane: difficile che Thuram venga rischiato per quella partita, ma - quasi superfluo sottolinearlo - dipenderà da come procederà la guarigione. Thuram è l’unico interista ad aver messo piede in campo nelle 34 gare giocate fin qui dalla squadra (con 24 presenze da titolare su altrettante partite di campionato): la sua fisicità e i suoi strappi a campo aperto saranno fondamentali nel match di ritorno con l’Atletico Madrid e, per questo motivo, nessun rischio verrà corso sulla strada del recupero. Per uno strano scherzo del destino, martedì è finito fuori per infortunio pure Antoine Griezmann, grande amico di Thuram nonché suo compagno in nazionale: il “piccolo diavolo” - dopo un contrasto con Carlos Augusto - ha accusato una distorsione alla caviglia di grado moderato che comunque non metterà in dubbio la sua presenza contro l’Inter.

Tre punte più Klaassen

Nelle prossime gare, Simone Inzaghi potrà quindi contare soltanto su tre attaccanti di ruolo (Lautaro, Arnautovic e Sanchez) più Klaassen che, all’occorrenza, può svolgere compiti da seconda punta. Nel mazzo non vanno messi Buchanan - che l’allenatore considera un esterno - e Mkhitaryan, troppo importante nell’ingranaggio per essere tolto dal centrocampo. Finora le gerarchie in attacco sono state chiare: dietro ai titolari, il primo è Arnautovic, poi c’è Sanchez che però inevitabilmente vedrà crescere in modo esponenziale il suo minutaggio nei prossimi match. In tal senso molto Inzaghi si aspetta soprattutto da Arnautovic, giocatore - non va dimenticato - da lui espressamente richiesto all’Inter per la capacità di legare il gioco come faceva (però ad altro livello) Edin Dzeko. Ieri l’austriaco ha trovato l’endorsement, a nome di tutta la squadra, di Hakan Calhanoglu che aveva vissuto dal campo il piccolo dramma passato dall’amico dopo aver sbagliato quel gol fatto, calciando alto dall’area piccola con Oblak ormai rassegnato all’idea di raccogliere il pallone dalla porta. “Nessuno sa cosa fai dietro le quinte. Il sangue, la mentalità e il lavoro che ci metti. So cosa questo significa per te, fratello, e sono felice per te”, la dedica del turco ad Arnautovic. La speranza di tutti all’Inter che il gol, decisivo, segnato poi all’Atletico possa aver sbloccato il tripletista che mai finora a Milano è riuscito a sprigionare tutto il suo talento come aveva fatto a Bologna. Ora avrà possibilità di trovare continuità, il che - per uno con il suo fisico da granatiere - non può che essere un bene. Occasione migliore per ripagare la fiducia che hanno sempre nutrito in lui allenatore e dirigenti soprattutto quando, in vista della riapertura del mercato, si parlava della necessità di un rimpasto. Invece l’Inter è rimasta così: l’importante adesso è fare in modo che nessuno possa pentirsene. 

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