MILANO - Le prove generali, Francesco Acerbi le ha fatte con l’avvocato Angelo Capellini, presentatosi ieri ad Appiano per preparare la strategia difensiva in vista dell’udienza con il procuratore federale Chiné che oggi - in video conferenza - interrogherà tanto l’interista, quanto Juan Jesus. Nessun altro tra i compagni di squadra (Barella e Dimarco gravitavano intorno ai due e a La Penna nel conciliabolo dopo la denuncia del brasiliano) è stato convocato dalla Procura. Acerbi resta fermo sulle sue posizioni: lui è fermamente convinto di non aver rivolto insulti razzisti all’avversario.
Juan Jesus e la reazione alle dichiarazioni di Acerbi
Il quale, dopo aver inizialmente perdonato Acerbi (a seguito di scuse dell’interista in campo, non è dato a sapersi - vista l’accusa e le scuse - di cosa abbia chiesto ammenda, ma tant’è) ha spiattellato la sua versione dei fatti sul proprio profilo social anche perché, alla luce delle parole in libertà pronunciate dallo stesso Acerbi e del suo procuratore Federico Pastorello, rischiava di passare pure per fesso. Questo, va ricordato, per bene, quanto scritto da Juan Jesus: "Per me la questione si era chiusa ieri in campo con le scuse di Acerbi e sinceramente avrei preferito non tornare su una cosa così ignobile come quella che ho dovuto subire. Leggo però dichiarazioni di Acerbi totalmente contrastanti con la realtà dei fatti, con quanto detto da lui stesso ieri sul terreno di gioco e con l’evidenza mostrata anche da filmati e labiali inequivocabili in cui mi domanda perdono. Così non ci sto. Il razzismo si combatte qui e ora. Acerbi mi ha detto 'Vai via nero, sei solo un negro...' In seguito alla mia protesta con l’arbitro, ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: 'per me negro è un insulto come un altro'. Oggi ha cambiato versione e sostiene che non c’è stato alcun insulto razzista. Non ho nulla da aggiungere".
Juan Jesus durissimo: “Da Acerbi una cosa ignobile. Mi ha detto Vattene negro”