Inter furiosa con Acerbi: il club sceglie il silenzio sul caso razzismo

Il centrale spalle al muro dopo la denuncia di Juan Jesus. Domani verrà sentito da Chiné: rischia 10 giornate di stop

MILANO - Francesco Acerbi pure ieri, nel colloquio avuto con il club, ha ribadito all’ad Beppe Marotta e all’avvocato Angelo Capellini il suo pensiero, ovvero che non c’era nessun intento discriminatorio e razzista nelle parole da lui dette a Juan Jesus nel secondo tempo della gara con il Napoli. L’Inter - che è molto contrariata con il giocatore e pure con il suo procuratore, Federico Pastorello - ha preso atto. Contestualmente - e questo è sintomatico degli umori dirigenziali - ha pure deciso di non fare un comunicato, come invece inizialmente previsto: la situazione, dopo la gravissima denuncia di Juan Jesus è spinosa come un cactus e alquanto imbarazzante.

Il caso Acerbi non va archiviato: il razzismo si combatte anche a parole

Inter, il caso Acerbi è un autogol planetario

Dopo le troppe parole in libertà pronunciate lunedì da Acerbi e dal suo agente (senza tutto quel clamore mediatico, il caso sarebbe facilmente rientrato alla luce proprio dalle frasi pronunciate dallo stesso Jesus nel post partita), sarebbe stato controproducente continuare a supportare una tesi che può portare a un autogol planetario per un club che ha sempre fatto dell’antirazzismo un orgoglio a partire dal nome: Internazionale.

Acerbi “Mi ha detto negro”, Juan Jesus protesta con l’arbitro di Inter-Napoli

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La frittata di Acerbi imbarazza l'Inter

Nel solco tracciato da Massimo Moratti, con Inter Campus (premiata più volte all’Onu) si è inserito Steven Zhang con la fortunatissima intuizione legata all’idea di trasformare i “Buu” in “Brothers Universally United”, prendendo spunto dal moto dei padri fondatori: "Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo". Difficile coniugare lo spirito dei “fratelli del mondo” con le motivazioni addotte - secondo la ricostruzione fatta da Juan Jesus - da Acerbi dopo l’insulto rivolto al collega. "Acerbi mi ha detto 'vai via nero, sei solo un negro'. In seguito alla mia protesta con l’arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa, aggiungendo poi anche: 'per me negro è un insulto come un altro'”.

A completare la frittata, le immagini in cui Acerbi è intento a indicare Marcus Thuram, come dire: non sono razzista, gioco con lui. Altro autogol di proporzioni planetarie. Tra l’altro, restando alle immagini, pure a latitudini nerazzurre si chiedono perché, se non ha detto “negro” all’avversario, Acerbi ha chiesto scusa, pure davanti all’arbitro.

Juan Jesus durissimo: “Da Acerbi una cosa ignobile. Mi ha detto Vattene negro”

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Acerbi-Juan Jesus, la palla passa al procuratore Chiné

Domani - a meno di cambi di programmi dell’ultima ora - Acerbi sarà sentito dal procuratore Chiné, dopo che ieri, come previsto, il Giudice Sportivo ha rimandato la decisione al necessario supplemento di indagine. Chiné - che in questi giorni ha aperti pure i dossier legati a Roma e Milan -, oltre ai protagonisti (testimoni compresi), acquisirà tutte le immagini, quanto mai importanti in questo caso per stabilire con esattezza quanto accaduto.

Se - nonostante il muro alzato da Acerbi - fosse confermato l’insulto e la matrice razzista, l’interista rischierebbe almeno 10 giornate di squalifica in base al comma 2 dell’articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva sui “Comportamenti discriminatori”. La sua stagione, quindi, sarebbe già finita qui a meno che l’avvocato Capellini non riesca a far accogliere qualche attenuante per mitigare una sanzione che comunque resterebbe pesantissima.

Acerbi e quel "Non serve fermare le partite per il razzismo": il web ricorda

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MILANO - Francesco Acerbi pure ieri, nel colloquio avuto con il club, ha ribadito all’ad Beppe Marotta e all’avvocato Angelo Capellini il suo pensiero, ovvero che non c’era nessun intento discriminatorio e razzista nelle parole da lui dette a Juan Jesus nel secondo tempo della gara con il Napoli. L’Inter - che è molto contrariata con il giocatore e pure con il suo procuratore, Federico Pastorello - ha preso atto. Contestualmente - e questo è sintomatico degli umori dirigenziali - ha pure deciso di non fare un comunicato, come invece inizialmente previsto: la situazione, dopo la gravissima denuncia di Juan Jesus è spinosa come un cactus e alquanto imbarazzante.

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