Biglietti, abbonamenti e profitti extra
Una fotografia delle attività svolte nella curva nerazzurra arriva dalla gestione dei biglietti. Le tessere da abbonamento acquistate a nome degli ultrà e poi utilizzate per far entrare allo stadio altri spettatori, le pressioni sugli steward per chiudere un occhio e le telefonate ad alcuni dirigenti della società per imporre i loro metodi. Il tutto per massimizzare i profitti. Nel 2019 un’indagine degli agenti della Digos, partita dalla morte di Daniele Belardinelli la sera di Santo Stefano del 2018 durante gli scontri con gli ultrà napoletani in via Novara, si concentra sull’indotto che fa gola ai leader della Nord. Le indagini, interrotte con lo stop alle partite causa Covid, avevano portato a ipotizzare l’esistenza di un’associazione a delinquere con struttura vertistica e ruoli chiari.
L'organizzazione della Curva
Vittorio Boiocchi, uscito di galera dopo 26 anni, si era ripreso il comando del gruppo. A conferma una intercettazione di Andrea Beretta con un altro esponente di spicco: "A voi non vi stavano bene le cose, ve la prendevate voi la Curva... tutti voi, no? E li sbaragliavate... ma siamo andati io e il vecchio (Boiocchi, ndr), perciò gli ordini li dovete prendere da me e dal vecchio, da nessun altro, punto". Il business veniva generato dall'acquisto di notevoli quantità di abbonamenti da parte della curva, poi rivenduti a prezzi maggiorati per il guadagno extra. Stesso discorso con i biglietti, soprattutto quelli di punta (quelli di Champions i più ambiti) come emerso da altre telefonate di Beretta: "Li vendiamo da paura se vinciamo contro lo Slavia e il Barcellona batte il Dortmund. Tu mi devi agevolare, nel senso mi fai prendere 100 biglietti, ti do 100 nominativi... diventa una bomba a orologeria se succede così". Il tutto possibile grazie a pressioni su rivenditori, steward e sul mondo che ruota attorno alla Curva Nord.
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