
Napoli–Inter si è trasformata in un vero e proprio campo minato di nervosismo. Tutto è nato da alcune proteste provenienti dalla panchina partenopea nei confronti di Dumfries. Da lì, in pochi secondi, il clima è degenerato: parole grosse, spintoni e un parapiglia che ha coinvolto anche Antonio Conte e Lautaro Martínez, due che si conoscono fin troppo bene. L’attaccante argentino, capitano dell’Inter e simbolo della squadra di Chivu, è intervenuto a difesa del compagno o, forse, per mettere a tacere la panchina avversaria. Nel trambusto, però, il suo sguardo è incrociato proprio quello del tecnico del Napoli. Il Toro ha rivolto al suo ex allenatore alcuni gesti di scherno come a dire "stai avendo paura", accendendo la miccia della tensione. Conte, mai tipo da restare in silenzio, ha replicato furiosamente: "Tira, tira, tira sto ca**o!", parole che hanno reso ancora più incandescente il clima a bordocampo, con entrambi gli staff pronti a separarli.
Conte-Lautaro, il fantasma di un vecchio scontro
Non è la prima volta che tra i due volano scintille. Il loro rapporto, ai tempi dell’Inter, fu segnato da un episodio rimasto celebre. In un match contro la Roma, Conte sostituì Lautaro dopo essere entrato per Sanchez al 36’ del primo tempo e richiamato in panchina al minuto 77’. L’argentino non la prese bene e scaricò la frustrazione prendendo a calci una bottiglietta. La reazione di Conte fu immediata e furiosa: "I calci in faccia te li devi dare Lautaro, hai capito? I calci te li devi dare tu, hai capito? Fenomeno, fenomeno del...» – urlò l’allenatore, mentre Oriali cercava invano di riportare la calma.
Lautaro, a muso duro, rispose: «Andiamo dentro, dopo vediamo dentro...», ma venne subito zittito dal team manager: «Macché dentro, non siamo mica all’O.K. Corral qui, bisogna stare zitti». La pace, allora, arrivò il giorno dopo in modo ironico, simulando un incontro di boxe. Oggi, a distanza di anni, sembra che quelle ferite però non si siano mai del tutto rimarginate. Il gesto di Lautaro e la risposta di Conte sono l’ennesimo capitolo di una rivalità personale che trascende il campo.