Evra vs Bayern Monaco: «Penso all’1-0. E finirà 1-0! Per la Juventus»

«Se non fossi convinto chiederei di non giocare. A Torino abbiamo reagito, a Monaco... agiremo»
Evra vs Bayern Monaco: «Penso all’1-0. E finirà 1-0! Per la Juventus»© LaPresse

TORINO - Patrice Evra si gioca con Alex Sandro la maglia da titolare nel ritorno degli ottavi di Champions, mercoledì contro il Bayern Monaco all'Allianz Arena. Sia che giochi sia che stia in panchina, il francese rappresenta comunque una pedina fondamentale nell'affrontare la corazzata tedesca perché è uno dei pochi, tra i bianconeri, ad aver vinto la Champions (con la maglia dello United nel 2007-08), perché ha esperienza da vendere, perché è un trascinatore della squadra e un leader dello spogliatoio, capace di toccare le corde giuste e incoraggiare, in particolare, i più giovani. Tocca quindi a lui spiegare, con saggezza e umiltà, come la Juventus dovrà sfidare Lewandowski e compagni, quale atteggiamento tenere in campo evitando gli errori dell'andata, anche se si sa che anche dagli sbagli si può imparare per non commetterli più.

Patrice Evra, la partita di andata contro il Bayern cosa ha detto della differenza tra le due squadre?

«Penso solo che nei primi venti minuti eravamo timorosi, questa è la verità. Ma se la Juve gioca fin dall'inizio da Juve allora ce la possiamo fare. E' una questione psicologica: se noi giocatori crediamo nell'1-0, vinciamo, se invece andiamo all'Allianz Arena pensando di vincere 5-0, perdiamo. Noi possiamo fare male al Bayern, li rispetti però li puoi mettere sotto. Non è arroganza, ma l'anno scorso siamo andati in finale e tutti gli anni dobbiamo confermarci. Tutta la gente pensa che la Juve sia sfavorita, che non si qualificherà, però noi ci crediamo perché se io non ci credessi chiederei al tecnico di non giocare».

Quindi "il diavolo - sottointeso il Bayern - non è così brutto come si dipinge": è giusto dire così?

«Sì, è giusto così. Penso che sia stata colpa nostra. Non dobbiamo vergognarci nel dire che all'inizio non c'eravamo mentalmente, non eravamo sicuri di noi stessi, eravamo un po' febbrili. Questa è la verità, non abbiamo iniziato con tanta personalità e carattere. Poi si è visto, sotto di due gol, siamo tornati per pareggiare. Tuttavia, nel calcio, non devi reagire, ma agire. Ecco: per il ritorno dobbiamo agire...».

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