La Figc riflette su Pecoraro «Se ci sono stati errori...»

Il dg Uva: «Laveremo i panni in famiglia». Malagò: «Pecoraro dovrà chiarire e prima di parlare bisogna leggere le carte»
La Figc riflette su Pecoraro «Se ci sono stati errori...»© ANSA

TORINO - «Ci sono delle cose da valutare in questi giorni, io non vorrei ritornare sull'argomento, voglio solo chiarire che non ho detto assolutamente che è un processo mediatico ma ho detto di evitare processi mediatici, che è una cosa leggermente diversa». Così Michele Uva, dg della Federcalcio, è tornato a parlare del caso Juve e delle audizioni dell'Antimafia. «Però rispetto assolutamente la commissione antimafia - ha aggiunto a Radio 24 - che sta facendo benissimo il proprio lavoro, la giustizia penale che sta facendo il suo lavoro, la giustizia sportiva che sta facendo il suo lavoro». E ha chiuso il discorso facendo riferimento sul procuratore federale Pecoraro e le critiche subite dopo la sua seconda audizione, nella quale ha dovuto ritrattare e ammettere imprecisioni: «Se dovessero esserci stati degli errori ognuno, e parlo solo della Federazione è chiaro, i panni se li laverà in famiglia». In sostanza, il direttore generale della Figc ha voluto stemperare la tensione che si è creato intorno a Pecoraro, del quale da più parti si sono chieste le dimissioni, e più in generale sulla giustizia sportiva, attaccata frontalmente da alcuni esponenti della Commissione Antimafia, che non hanno certamente elogiato il “metodo” con cui Pecoraro ha analizzato le carte dell’inchiesta della procura di Torino per rielabolarla in chiave sportiva.

PECORARO: «INTERCETTAZIONE? NON SI PARLA DI AGNELLI»
 
Il fatto 
Pecoraro, nella fattispecie, ha dovuto ritrattare sulla famigerata intercettazione che avrebbe dimostrato la consapevolezza di Agnelli riguardo ai legami con la Ndrangheta di Rocco Dominello, incontrato solo ed esclusivamente nella veste di cittadino incensurato e capo di un gruppo ultrà. E nella stessa audizione il procuratore federale ha specificato come non ha mai associato Agnelli alla Ndrangheta, smentendo - di fatto - il suo stesso deferimento. Al punto che adesso tutti attendono con curiosità il processo del 26 maggio, quando Pecoraro dovrà sostenere un’accusa che ha molto smorzato nel corso della sua seconda audizione all’Antimafia. Ed è proprio a queste incongruenze che probabilmente si riferisce Michele Uva e che, al di là del pensiero del dg, imbarazzano più d’uno in seno alla Federcalcio, considerando il modo non impeccabile nel quale è uscito il procuratore l’altro ieri.
 
A essere maliziosi... 
Sospende il giudizio anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Indubbiamente c’è qualcosa che non quadra, ho letto i giornali, è indispensabile che il procuratore Pecoraro chiarisca bene, perché non ci siano equivoci, mi sembra importante nell’interesse di tutti e del suo sistema in particolare. Le denuncia della Bindi? Non posso essere contrario, ha gli elementi per giudicare, ne prendiamo atto. Io ho già detto che sul tema dell’Antimafia invito tutti, se non si è letto gli atti, a non dare giudizi, si rischiano brutte figure», avverte invece il numero uno dello sport italiano e a voler essere proprio maliziosi si potrebbe fare riferimento all’errata lettura di Pecoraro delle carte di Torino che ha creato l’equivoco sulla telefonata. Si astiene, invece, il ministro dello Sport, Luca Lotti: «Se Pecoraro ha fatto confusione con le intercettazioni? Dovete chiederlo a qualcun altro». L’impressione è che la vicenda avrà ancora diversi capitoli, con un cocktail di scintille in arrivo tra le decisioni delle giustizia sportiva e l’audizione dello stesso Agnelli in Antimafia ai primi di maggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Juve, i migliori video