Pare Buffon ma è Perin: il salva Juve

Dal debutto dell'andata contro il Bologna alla svolta: il vice Szczesny non era mai stato così decisivo come al Dall'Ara. Ecco la rivincita sui detrattori
Pare Buffon ma è Perin: il salva Juve© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Diceva, più di qualcuno, giusto un’estate fa: ma chi gliel’ha fatto fare a trasferirsi alla Juventus? E poi, proprio nella stagione in cui Wojciech Szczesny sarà indiscutibilmente il numero 1, con Gigi Buffon diretto a Parigi? Ecco, a Perin non serviva fornire ulteriori dimostrazioni di coraggio, di una forza d’animo che in carriera l’ha sostenuto anche nell’arco dei lunghi mesi trascorsi fuori dal campo, perché il crociato è una brutta bestia e sottoporsi a un intervento a entrambi i legamenti è una prospettiva altrettanto sconfortante. Mattia ha la scorza dura, l’hanno capito tutti, e domenica a Bologna s’è preso una piccola rivincita contro chi aveva già pronosticato per lui un futuro lontano dalla Nazionale, ma più in generale dalle luci della ribalta. Il ct Roberto Mancini l’ha osservato dal vivo, peraltro rischiando di annoiarsi fino al duplice guizzo “alla Buffon” contro i rossoblù Nicola Sansone e Riccardo Orsolini, che ha preservato l’1-0 con la complicità del palo. Archiviato il Dall’Ara, sorge spontaneo un interrogativo intrigante: chi l’ha detto che tra Gigio Donnarumma, Salvatore Sirigu e Alex Meret, il piccolo grande portiere di Latina non riesca a infilarsi?

Mattia Perin in azione con la maglia della Juventus

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RICAVARE SPAZIO - In fondo, Perin meriterebbe pure di godersi una vetrina europea a prescindere, dopo aver saltato per forza di cose - leggasi, per l’appunto, un grave infortunio al ginocchio - l’Europeo 2016 al fianco di Antonio Conte che l’aveva fatto debuttare nel novembre 2014. Ma tempo al tempo, ora al 22 bianconero (aveva scelto il 19, poi il ritorno di Leonardo Bonucci ha cambiato le cose) interessa solamente ricavare spazio fra le pieghe della gestione Allegri. Il tecnico non considera il portiere di Latina come un banale “elemento” da Coppa Italia, anzi gli ha risparmiato sia la trasferta di Bologna e sia una delle serate più complesse della stagione, il 30 gennaio a Bergamo contro l’Atalanta, prima di ripresentarlo sulla scena il 2 febbraio allo Stadium con il Parma, quando ha pagato care alcune incertezze. Altra storia al Dall’Ara, dove Mattia si è meritato un 7 in pagella volando a salvare l’imbattibilità di una porta difesa quest’anno in 7 occasioni, sempre in campionato. E in questo crescendo l’ha certamente aiutato la serenità che gli garantisce la famiglia: Giorgia, con la quale è fidanzato dal 2013, e la piccola Vittoria, il gioiellino di casa, che 8 giorni fa ha compiuto un anno, sono sempre al fianco di Perin, 27 vite il prossimo 10 novembre.

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TORINO - Diceva, più di qualcuno, giusto un’estate fa: ma chi gliel’ha fatto fare a trasferirsi alla Juventus? E poi, proprio nella stagione in cui Wojciech Szczesny sarà indiscutibilmente il numero 1, con Gigi Buffon diretto a Parigi? Ecco, a Perin non serviva fornire ulteriori dimostrazioni di coraggio, di una forza d’animo che in carriera l’ha sostenuto anche nell’arco dei lunghi mesi trascorsi fuori dal campo, perché il crociato è una brutta bestia e sottoporsi a un intervento a entrambi i legamenti è una prospettiva altrettanto sconfortante. Mattia ha la scorza dura, l’hanno capito tutti, e domenica a Bologna s’è preso una piccola rivincita contro chi aveva già pronosticato per lui un futuro lontano dalla Nazionale, ma più in generale dalle luci della ribalta. Il ct Roberto Mancini l’ha osservato dal vivo, peraltro rischiando di annoiarsi fino al duplice guizzo “alla Buffon” contro i rossoblù Nicola Sansone e Riccardo Orsolini, che ha preservato l’1-0 con la complicità del palo. Archiviato il Dall’Ara, sorge spontaneo un interrogativo intrigante: chi l’ha detto che tra Gigio Donnarumma, Salvatore Sirigu e Alex Meret, il piccolo grande portiere di Latina non riesca a infilarsi?

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