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TORINO - I pessimisti avranno visto una Juventus effettivamente bruttina (soprattutto nel primo tempo), che sbaglia ancora l’approccio alla partita, che fatica in costruzione, che non occupa l’area, soprattutto per colpa di un Dybala ancora molto lontano dall'area e che si concede ancora troppe distrazioni difensive (compresa l’ultima che concede il gol all’Udinese all’ultimo minuto).
Gli ottimisti avranno visto un successo in un momento in cui i tre punti contavano più di tutto, una vittoria sporca di quelle che dimostrano carattere e capacità di cavarsela (esattamente quella che finora è mancata alla Juventus), la conferma di McKennie, la sempre decisiva volontà di Chiesa (migliore in campo), l'inesorabile efficacia di Ronaldo, la tenacia agonistica del secondo tempo e quel gol di Dybala all’ultimo minuto che potrebbe gasare l’argentino, bisognoso di fiducia, buon umore, conforto del campo. L’abbraccio con Pirlo al fischio finale è un segnale. Proprio nella domenica in cui si è fermato Alvaro Morata, per l’infortunio muscolare che lo terrà fuori una decina di giorni, il tecnico ritrova, almeno parzialmente, il fuoriclasse che sta aspettando dall’inizio dell’anno. Fra tre giorni a San Siro, nel primo degli scontri diretti e forse il più importante, contro il Milan capolista, Dybala sarà di nuovo titolare. [...]
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