Due Juve contro tutti: perché la rosa ora fa la differenza

È finita l’emergenza che ha costretto Pirlo a schierare 29 formazioni diverse in 29 partite: ma il turnover continua. Il tecnico, anzi, cambia di più: 25 titolari almeno una volta nell’ultimo mese
Due Juve contro tutti: perché la rosa ora fa la differenza© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Una Signora formato XL. Nessun timore, però: all'orizzonte non ci sono diete personalizzate per buttar giù qualche chilo. Anzi, la taglia extra large in questo frangente rappresenta un valore aggiunto. Quello che la Juventus, più d'ogni altra contendente in Italia, può sfruttare attingendo ad una rosa abbondante e di qualità. Un risvolto prezioso in senso assoluto, ma ancor di più in una stagione compressa dall'emergenza sanitaria come quella in corso: soltanto nell'ultimo mese, tra tutte le competizioni, i bianconeri hanno disputato dieci partite senza respiro né riposo. «Con un calendario così incalzante, il turnover rappresenta una grande soluzione – la considerazione avanzata ieri da Andrea Pirlo in conferenza stampa, alla vigilia della gara di campionato contro la Roma –. Finalmente abbiamo recuperato quasi tutti i giocatori, ora ho la possibilità di scegliere e questo mi rende ulteriormente sereno».

Juve, il turnover adesso è totale

Parole arrivate a rimorchio di fatti allo stesso modo lampanti. Se il quarto di finale “morbido” con la Spal in Coppa Italia ha permesso al tecnico di variare 10/11 rispetto all'impegno precedente e a quello successivo, il ritornello non è cambiato nemmeno la settimana successiva: tra la partita di campionato con la Sampdoria e la sfida all'Inter in Coppa Italia, infatti, la formazione titolare è mutata per 7/11. E altrettanto, uno più o uno meno, accadrà anche questo pomeriggio. Una soluzione possibile grazie alla profondità della rosa, senza trascurare il valore di una seconda squadra a “spingere” alle spalle, ma anche al lavoro svolto dal Maestro nei suoi primi mesi alla Continassa. Il successo di martedì sera a San Siro, infatti, ha certificato come la squadra abbia assorbito movimenti e concetti, esaltando anziché snaturare la propria identità al variare dei protagonisti in campo.

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