© Alessandro Falzone/Agenzia Aldo Liverani sas ag aldo liverani sas
TORINO - Non si fida di chi passa per suo rivale o comunque anche solo involontariamente può ostacolare la sua fame di gol: vedi il siparietto dell’altra sera con l’arbitro Daniele Orsato che sorridendo non gli ha fatto vedere l’orologio che fa segnare il gol-non gol dopo la traversa colpita contro la Roma. Cristiano Ronaldo è fatto così, prendere o lasciare: il 763, come le reti realizzate in carriera (-4 da Pelé, -9 da Romario), è un numero che mai nella vita dovrà rimanere tale, immutato e immutabile. Ha appena firmato l’1-0 con un gol catalogato come facile solamente da chi non ha mai calciato un pallone? E lui se ne frega, va avanti, e avanti, e avanti ancora verso nuovi obiettivi nel solco di una rincorsa ai record che nel suo caso è l’esatto contrario: sono i primati a inseguire lui e ogni volta l’incrocio è fonte di goduria per il popolo juventino.
Trofeo mancante
Altro giro, altro dilemma che si dilegua in un attimo: Cristiano ha conquistato 31 trofei di squadra (più una quantità spropositata di riconoscimenti individuali, siamo oltre i 60, al di là dei 5 Palloni d’Oro e delle 4 Scarpe d’Oro) però non la Coppa Italia, l’unica che manca alla sua infinita collezione? Motivo in più per non dubitare sulla cattiveria, la fame, la ferocia di un fuoriclasse così straordinario. Gigantescamente pantagruelico anche nella competizione spesso snobbata dalle big finché non si arriva a un passo dal trofeo, ma si badi bene che CR7 quella stessa Coppa l’ha smarrita negli ultimi due anni in circostanze degne di una futuribile vendetta sportiva: l’eliminazione nei quarti dell’edizione 2018-19 a Bergamo con l’Atalanta dominante (3-0) sui bianconeri di Massimiliano Allegri; la sconfitta della Juve di Maurizio Sarri nella finale di giugno scorso contro il Napoli ai rigori. [...]
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