Pinsoglio esclusivo: "Dai un po' eh, Juve! Ronaldo spero resti"

Intervista al portiere e uomo spogliatoio bianconero: "È un momento difficile ma non è l'apocalisse, serve positività. Io c'ero nel marzo 2010, ora c'è un'altra prospettiva"
Pinsoglio esclusivo: "Dai un po' eh, Juve! Ronaldo spero resti"© www.imagephotoagency.it

Buongiorno Pinsoglio, che clima c’è alla Continassa?
«Dai... (ride) Oggi c’è il sole».

La famosa luce di cui parla Chiellini!
«Esatto! (ride) Scherzi a parte, credo tornerà la normalità dopo la pausa delle nazionali, quando ci ritroveremo tutti qui».

Un po’ esagerato questo clima da apocalisse, vero?
«E’ un momento difficile. Dobbiamo risollevarci e migliorare, ma la negatività è troppa. Io l’ho vissuto il marzo del 2010: ero un ragazzo, ma ero nel gruppo. Sconfitti 4-1 dal Fulham e fuori dall’Europa League. Poi due sconfitte di seguito con Samp e Napoli che aveva compromesso pure il sesto posto. In più, molti dei più forti stavano smettendo, gli acquisti più costosi che stavano deludendo, in società la tensione era altissima, nell’ambiente c’era un cupezza micidiale. Adesso la Juventus ha il giocatore più forte del mondo, un gruppo di giovani talenti fortissimi, una società forte... la prospettiva è un po’ diversa, anzi direi che non c’è paragone».

Servirebbe il suo slogan per eccellenza: “Dai un po’ eh, Juve”.
«Eh sì, anche Ronaldo ormai mi dice: “Dai un po’ eh Pinso!”. Dovrò brevettarlo... Una mattina me era uscita così e allora mi sono detto: devo portarlo nello spogliatoio, vediamo se piace alla squadra. E alla fine è piaciuto a tutti ed è rimasto come slogan».

Morata ha detto che tutti nella squadra siete un po’ frustrati come Cristiano per i risultati. Secondo lei rimarrà?
«Non lo so. Spero sinceramente di sì, perché incide molto».

Ha preparato un discorso per convincerlo?
«Beh, ha un anno di contratto! In teoria, se non succede qualcosa di strano... Ma penso e spero che rimanga».

Lei è il bersaglio di tutti i tiratori juventini. Dal suo punto di vista privilegiato: chi tira meglio?
«Beh, togliamo Cristiano. Poi dico: Bernardeschi che ha un ottimo tiro. Chiesa ottimo anche lui. Cuadrado. Quando ti vengono vicino quelli che tirano forte è sempre... impegnativo, diciamo. Anche Rabiot ha un tiro secco e preciso».

Dei giovani chi è il più maturo?
«Beh, De Ligt sembra un trentenne quando lo vedi giocare. Molto giovane, ma ha una grandissima personalità. E’ un grande giocatore. Sta anche iniziando a parlare bene italiano».

Ogni tanto le viene qualche rimpianto? La voglia di giocare, di fare il primo portiere, magari anche in Serie B, ma almeno giocare?
«Il terzo portiere è un ruolo particolare. La voglia di mostrare cosa ho imparato in questi anni di allenamenti con i campioni c’è. Giocare è bello, non giocare è dura, soprattutto a 31 anni. Però, nello stesso tempo sono cresciuto sia professionalmente che umanamente. Qui diventi campione a tutti gli effetti. Mi piacerebbe tornare in porta per dimostrarlo, ma poi penso che qui ho un ruolo importante e mi sento a casa. Comunque quando dico: “Magari vado”, i compagni dicono: “Oh, ma dove vai Pinso? Devi restare qui!” e io resto».

Ci dica la verità: come tira le punizioni Ronaldo in allenamento?
«In allenamento vanno tutte dentro. E’ sempre sfida anche lì, a volte fanno due contro due. E quando sono in porta io me le mette sempre nel sette».

Come si spiega che Cristiano non riesca a segnare su punizione?
«Non saprei, ovviamente in partita è diverso che in allenamento, ma non saprei. Sfortuna, forse»

L'intervista completa sull'edizione di Tuttosport

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