Ora la sfida Uefa: Juve in Champions, ma incombe la minaccia di squalifica

Se escluse Juve, Real Madrid e Barcellona andrebbero al Tas, che sospenderebbe la pena
Ora la sfida Uefa: Juve in Champions, ma incombe la minaccia di squalifica© www.imagephotoagency.it

Non è finita al Dall’Ara. Lì, la Juventus ha conquistato la qualificazione per la prossima Champions League, ma per parteciparvi davvero dovrà superare la sentenza della commissione disciplinare dell’Uefa che sta indagando il club bianconero, il Real Madrid e il Barcellona per la questione Super League. E Aleksandr Ceferin punta dritto all’esclusione dalle Coppe per una o due stagioni. Verrà assecondato dagli organi di giustizia interni dell’Uefa?

Probabilmente sì. Soprattutto se si prende in esame quello che, in fondo, è stato il patteggiamento dei nove club pentiti, costretti ad accettare pene pecuniarie di un certo rilievo (5% dei ricavi delle prossime coppe, multa complessiva di 15 milioni) e un decalogo accettando il quale hanno dovuto abiurare completamente al progetto Super League. Se i “pentiti” vengono trattati così, chi non si è pentito come Juventus, Real Madrid e Barcellona potrebbe effettivamente rischiare l’esclusione dalle Coppe come ha auspicato lo stesso Ceferin, alle prese con una repressione durissima del progetto Super League e quella che molti, negli ambienti di Nyon, leggono come una vendetta personale nei confronti di Andrea Agnelli.

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È probabile che fino alla finale di Champions non ci siano novità

E’ possibile che l’inchiesta della disciplinare Uefa possa dare qualche risultato a breve. Ed è probabile che fino alla finale di Champions League di sabato prossimo, non ci siano novità per non turbare la famiglia Uefa proprio in occasione della sua festa più bella e visibile. Poi da lunedì 31 in poi, ogni giorno sarebbe quello buono per vedere arrivare il verdetto.

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Juve, Real, Barça: ecco cosa succederebbe in caso di squalifica

E a quel punto? Se davvero l’Uefa squalificasse la Juventus, il Real Madrid e il Barcellona? I tre club verrebbero esclusi dalle competizioni e in Champions League ci andrebbero il Napoli, Real Sociedad e Betis Siviglia. Non per molto, tuttavia. Perché è scontato il ricorso dei tre club che giungerebbe alla fine al Tas di Ginevra. A quel punto è molto probabile che il super tirbunale dello sport, seguendo una consolidata abitudine, sospenda la pena, in attesa di analizzare il ricorso. Juventus, Real e Barcellona tornerebbero dunque fra le partecipanti della prossima Champions League. E, nel caso la battaglia legale si risolvesse a favore dell’Uefa, potrebbero essere squalificate per l’edizione successiva, ovvero quella 2022-23.

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La battaglia legale è già iniziata

Ma la battaglia legale, in fondo, è già iniziata, perché il Real Madrid non è abituato a giocare in contropiede anche fuori dal campo, e prima di essere attaccato ha già fatto partire l’offensiva giuridica con l’istanza del Tribunale commerciale di Madrid (sezione 17), dove il giudice Manuel Ruiz de Lara ha sollevato una pronuncia pregiudiziale dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per chiarire se vi sia abuso di posizione dominante di Uefa e Fifa, entrambi beneficiari dei diritti economici televisivi, se sia legittimo il potere di impedire l’organizzazione di altre competizioni rivali e se questo comportamento vada direttamente contro il diritto dell’Unione. Il magistrato, nel suo ordine di 32 pagine datato 11 maggio, pone alla Corte sei domande specifiche che potrebbero scardinare la base delle due istituzioni sporti ve con una rivoluzione simile a quella che ha avuto la sentenza Bosman. E non è un caso che l’avvocato sia proprio lo stesso, il celebre Dupont che ha già ha sconfitto Uefa e Fifa in tre occasioni (Bosman, caso Charleroi e caso Meca-Medina).

Insomma, il Real ha già avviato quella che potrebbe essere la sfida dopo il Tas, quando la battaglia legale si potrebbe spostare in sede di Unione Europa.

Il tutto mentre Gianni Infantino, il presidente della Fifa, continua a tentare la mediazione fra Uefa e club. Non certo aiutato dalle indiscrezioni che - senza trovare riscontri ufficiali - sono circolate negli ultimi giorni e secondo le quali la Fifa non solo sarebbe stata al corrente del progetto Super League, ma poteva addirittura esserne coinvolta.

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Le parole di Ceferin

Ceferin, ieri, ha detto: «Mi ha garantito che né lui né nessuno dei suoi erano presenti agli incontri per la Superlega, che non ne sapeva nulla. Un presidente della Fifa che abbia sostenuto un progetto del genere, non potrebbe più essere presidente della Fifa. Ho ricevuto una promessa da parte sua. Abbiamo parlato al telefono e ha detto: “Ah, interessante, non sento parlare di questo progetto da un po’ di tempo”. Devo credere alla Fifa, che non ci siano loro dietro. Un progetto folle come quello non accadrà mai più». E quando si dice “toni concilianti” non ci si riferisce a dichiaraziono come questa.

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Non è finita al Dall’Ara. Lì, la Juventus ha conquistato la qualificazione per la prossima Champions League, ma per parteciparvi davvero dovrà superare la sentenza della commissione disciplinare dell’Uefa che sta indagando il club bianconero, il Real Madrid e il Barcellona per la questione Super League. E Aleksandr Ceferin punta dritto all’esclusione dalle Coppe per una o due stagioni. Verrà assecondato dagli organi di giustizia interni dell’Uefa?

Probabilmente sì. Soprattutto se si prende in esame quello che, in fondo, è stato il patteggiamento dei nove club pentiti, costretti ad accettare pene pecuniarie di un certo rilievo (5% dei ricavi delle prossime coppe, multa complessiva di 15 milioni) e un decalogo accettando il quale hanno dovuto abiurare completamente al progetto Super League. Se i “pentiti” vengono trattati così, chi non si è pentito come Juventus, Real Madrid e Barcellona potrebbe effettivamente rischiare l’esclusione dalle Coppe come ha auspicato lo stesso Ceferin, alle prese con una repressione durissima del progetto Super League e quella che molti, negli ambienti di Nyon, leggono come una vendetta personale nei confronti di Andrea Agnelli.

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