© Marco Canoniero
Cristiano Ronaldo e la Juvetus non si sono mai capiti. Succede, nessun dramma. Sembrava un matrimonio perfetto, perché le incompatibilità erano difficili da vedere o prevedere nel 2018 quando il colpo CR7 esplose nell’estate bianconera. L’idea era logica: la squadra che aveva fatto tremare il Real al Santiago, rimontando 3 gol e venendo eliminata dalla Champions solo da un rigore proprio di Ronaldo, sembrava una squadra alla quale serviva solo un CR7 in più per vincere la Champions. Non è stato così.
Cosa è mancato
Ronaldo ha dato un contributo fondamentale ai due scudetti vinti nel suo triennio, ha segnato 101 gol, è stato spesso il salvatore della patria. Gli è mancata, intorno, una squadra all’altezza del suo Real Madrid.(…) Nei due anni successivi, la Juventus non è migliorata e ha cambiato due volte allenatore. Nessuno dei tre è piaciuto a Ronaldo, che dopo l’entusiasmo dimostrato il primo anno si è sempre più estraniato dal gruppo e isolato anche tatticamente. (…) È vero, ha sempre segnato, tanto, ha spesso (non sempre) risolto problemi e partite, ma con il passare del tempo l’effetto positivo sul resto della squadra si è sgretolato. Non era più vissuto come esempio di professionalità totale (leggere le prime interviste dei compagni nel 2018), ma come un privilegiato. (...) Alla Juventus resta una visibilità moltiplicata per tre (e quei due scudetti): poteva andare peggio. (...)