Su Cristiano Ronaldo
"Credo sia stato questo il problema, il fatto di pensare che un giocatore, seppur il più forte al mondo, potesse regalare alla Juve una vittoria certa. Quindi ha condizionato tanto la presenza di Cristiano. A noi solo allenarci con Ronaldo ci dava qualcosa in più ma inconsciamente si è pensato che solo la sua presenza bastasse per vincere. Invece il lavoro quotidiano, l’umiltà, il sacrificio, la voglia di mettersi a disposizione del compagno giorno dopo giorno è venuta un po' a mancare e si è visto negli ultimi anni. L’anno scorso siamo arrivati quarti e abbiamo vinto la Coppa Italia perché ci siamo ritrovati come squadra. Se buttavi un pezzo di legno nello spogliatoio prendeva fuoco tanta era l’elettricità che c’era prima di quelle partite quindi è quello che a noi è mancato, forse davano per scontato che davamo la palla a Cristiano e risolveva la partita invece Cristiano aveva bisogno di tutta la squadra come Cristiano aveva bisogno di lui. Ci deve essere sempre uno scambio, la squadra esalta l’individuo anche se l’individuo è il migliore al mondo".
Bonucci e il futuro da allenatore
"Assolutamente sì, anche se mia moglie è contraria e mi vorrebbe più a casa vorrei fare l’allenatore. Ora penso al presente, nella vita non si sa mai quello che succederà, magari smetterò di giocare tra 3-4-5 anni e dirò non ne posso piu di stare nei ritiri e mi godrò la vita ma la voglia di fare l’allenatore c’è. Ho un quaderno di appunti da diversi anni e soprattutto da quando ho conosciuto Conte, un allenatore molto importante che mi ha cambiato la carriera anche per la mentalità che ha dato a me, alla Juventus, per le conoscenze calcistiche che ci ha trasmesso. Da lì ho cercato di rubare ad ogni allenatore, ho avuto la fortuna di avere grandi allenatori e questo mi ha facilitato".