TORINO - «Qui alla Juventus nei momento di difficoltà generale la passione è immutata e cresciuta. E la ricerca della credibilità passa dal gruppo che deve sentirsi un corpo unico, sia in campo che fuori. Qui tutti sono utili, nessuno è indispensabile. E questo lo abbiamo capito bene avendo su questo prato il più forte giocatore del mondo. Avere Ronaldo è stato un onore e un piacere, non possiamo che applaudire simbolicamente Cristiano e ringraziare. L'unico rimpianto è stato non aver avuto il pubblico per un anno e mezzo sui tre. Ma ha ragione Morata quando, pochi giorni prima dell'addio di Ronaldo, ha detto: è la maglia della Juventus che richiede responsabilità, non i compagni. E' giusto. Non sono i miei colleghi, ma ciò che significa la società per la quale lavoro che richiede il massimo dell'impegno. E la società è più grande di chiunque abbia avuto l'onore di partecipare al percorso dal 1897 in poi. La Juventus viene prima di qualsiasi persona. E dobbiamo sempre pensare i valori di questa città: lavoro, abnegazione, sacrificio e disciplina: questo lo dobbiamo vedere sia in campo che fuori dal campo».