Verona-Juve 2-1: seconda sconfitta consecutiva per Allegri

Dopo il Sassuolo è arrivato un altro ko: i bianconeri sono a 13 punti dalla vetta della classifica
Verona-Juve 2-1: seconda sconfitta consecutiva per Allegri© ANSA

VERONA - La Juventus così non va neanche in Champions League. Seconda sconfitta consecutiva e quarta in undici giornate, arrivata al termine di una partita giocata male per ottanta minuti e che non può essere riscattata dagli ultimi dieci minuti di arrembaggio dopo il gol di McKennie. Quelli semmai servono come punto di partenza della psicanalisi di una squadra, che solo quando sta per sprofondare si ricorda di essere se stessa. Forse la prima domanda che Allegri deve fare a se stesso e allo spogliatoio è: perché la Juventus non ha iniziato la partita come l'ha finita?

Nel tunnel

Poi, naturalmente, ce ne sono molte altre di domande per una squadra che rischia di allontanarsi a 16 punti dalla testa della classifica e di vedere più lontano la zona Champions. E' una squadra che ha perso identità, gioco, concentrazione, carattere. La Juventus si è cancellata da sola prima ancora di essere annientata dal Verona, è entrata in un tunnel senza precedenti in questi dieci anni, per ritrovare il quale bisogna andare ai tempi di Delneri. Ora è durissima per i bianconeri, che hanno bisogno di un'analisi lucida, severa e profonda per uscirne.

Simeone show

L'Hellas passa in vantaggio con un momento psichedelico di Arthur che impostando l'azione sulla sua trequarti non trova di meglio che lanciare, sì letteralmente lanciare, Barak verso l'area bianconera. Questi entra sulla destra e mette in mezzo per il tap-in facile di Simeone. Juventus sotto choc e, tre minuti dopo, Simeone riceve sulla sinistra e si avvicina all'area con un Bonucci che rincula in modo criminale, lasciando libertà di tiro al bomber argentino che con tre metri davanti a sé inventa una parabola meravigliosa che si infila all'incrocio opposto. Dopo un quarto d'ora la Juventus è sotto di due gol, completamente in bambola, azzecca pochissimi passaggi e quelli che sbaglia li mette spesso sui piedi degli avversari. E' un'immagine inquietante della squadra di Allegri in balia di una tempesta e completamente senza bussola. Al 25' Cuadrado viene pressato da dietro da Casale, cade chiedendo il fallo che l'arbitro non concede e rimane a terra, lasciando libertà all'avversario di avvicinarsi all'area. E' una fotografia di uno stato mentale obnubilato.

Juve molle

La Juventus compare nell'area veronese al 8', al 34' e al 44' in tutti e tre i casi è Dybala a creare il pericolo, prima mettendo in mezzo un pallone sul quale pasticcia Morata nell'area piccola, poi scambiando con Morata e tirando al volo dal lato sinistro, poi cogliendo una traversa al 44' con un tiro a giro da fuori area. Forse solo l'ultima si può definire una vera occasione da gol, ma il problema per Massimiliano Allegri è che, tolti i tre momenti citati, non arriva mai nella trequarti del Verona. E il Verona domina. Domina in modo totale e impressionante che va oltre i tre minuti in cui Simeone piazza la sua devastante doppietta all'11 e al 14'. La Juventus è spaesata, spaventata e, soprattutto, lentissima: il Verona approfitta di tutto ciò, aggredendo con sicurezza e gestendo lil vantaggio da grande squadra. La squadra di Igor Tudor ricalca atteggiamenti del periodo Juric: gioca uomo su uomo, soffoca le, già stentate, ripartenze bianconere e affondando con raffinata tecnica: Caprari fa impazzire la difesa juventina, Simeone la terrorizza.

10' di cuore

Nella Juventus non si riconosce nessuno. Morata è più dannoso che inutile. Cuadrado non riesce mai a saltare l'uomo. Arthur sente scottare il pallone fra i piedi, proprio lui che dovrebbe farlo girare. Alex Sandro sbaglia tantissimi palloni. Rabiot non entra mai in partita, rimane isolato, sembra nascondersi. Bentancur è inconsistente in entrambe le fasi. Dybala si salva, sì, ma non riesce a trascinare la Juventus con lampi estemporanei ed è oggettivamente solo, senza nessuno con cui dialogare. I cambi offensivi della ripresa (Kulusevski, McKennie, Locatelli e Bernardeschi) riportano la Juventus nella metà campo veronese con più costanza, ma senza risultati apprezzabili. McKennie sfiora il gol appena entrato, ma è con fatica immane che i bianconeri costruiscono la manovra offensiva, mentre il Verona continua a mordere la partita come se fosse sullo zero a zero, anche se nel finale paga lo sforzo atletico. E così all'80 Danilo pesca McKennie, lasciato colpevolmente libero in area: l'americano controlla e tira con violenza per il gol del 2-1, che regala 10 minuti di cuore ai bianconeri. Cuore e niente più.

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