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Quando si è sdraiato a Tokyo, immortalandosi in un’immagine così iconica da colpire anche la fantasia di chi allora non era ancora nato, Michel Platini aveva due anni in più di Paulo Dybala. La Joya oggi ne compie 28 (a proposito, auguri!), quando giocò la finale di Intercontinentale Le Roi ne aveva 30. Ma nel suo ventottesimo anno di età, il fenomenale numero dieci francese, era esploso in tutto il suo scintillante talento. Fu la sua seconda stagione alla Juventus e vinse tutto. Scudetto, con classifica cannonieri inclusa (20 gol quando quel titolo si vinceva con 15/16 reti), Coppa delle Coppe ed Europei con la Francia (capocannoniere anche lì, con 9 gol in 5 partite). Fu, forse, la stagione migliore della sua carriera e arrivò proprio dopo aver compiuto 28 anni. Anche Dybala, che dopo il gol contro lo Zenit ha citato Platini nell’esultanza (omaggio al francese visto che lo superava per numero di gol), è arrivato al momento cruciale della sua carriera.
Rispetto a Platini ha vinto di più: spegnendo 28 candeline, il francese aveva in bacheca un campionato francese, una coppa di Francia e una Coppa Italia. Dybala ha cinque scudetti, quattro Coppe Italia e 3 Supercoppe, ma come Platini all’inizio della sua seconda stagione juventina, dà l’impressione di non aver ancora tirato fuori il meglio dal suo enorme talento. Di aver mostrato, fin qui, solo il trailer di quello che potrebbe essere, senza mai aver proiettato tutto il film. Immaturità prima, infortuni dopo, in mezzo l’ombra di Cristiano Ronaldo a offuscare i riflessi del diamante argentino: Dybala stesso ha capito e sostanzialmente detto che questa deve essere la stagione della svolta definitiva.
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