TORINO - La parola chiave, che per alcune ore ha turbato il sonno del popolo bianconero, è stata scongiurata. Come uno spirito maligno pronto ad accanirsi sulla faccia pulita di un ragazzo da cui dipenderà gran parte del destino di una stagione (per ora) balorda per la Juventus, quelle sette lettere avevano fatto temere il peggio: lesione. Ebbene no, non c’è lesione, Paulo Dybala si sente bene, è carico, voglioso di ricominciare e il processo di recupero avanza. Ieri l’ormai abituale toccata e fuga al J Medical per gli esami strumentali alla coscia destra che a Venezia l’ha obbligato ad arrendersi dopo dodici minuti, tre giorni dopo i 45 disputati al piccolo trotto contro il Malmoe con affaticamento quale conseguenza. L’esito degli accertamenti spalanca orizzonti carichi di ottimismo: «Gli esami cui è stato sottoposto Paulo Dybala presso il J Medical - si legge nella nota ufficiale di casa Juve - hanno escluso lesioni muscolari e pertanto le sue condizioni verranno monitorate di giorno in giorno». Difficile che un comunicato possa essere più chiaro: «di giorno in giorno» perché è proprio così, la Joya non sta male, ha fiducia e se fosse solo per lui probabilmente spingerebbe per un rientro immediato sul campo, sabato pomeriggio a Bologna. Chi conosce Massimiliano Allegri e la naturale prudenza dello staff medico bianconero propende per una posizione molto meno netta: serve cautela e, appunto, «di giorno in giorno» si valuteranno le risposte del fantasista argentino sul campo.
Il «rischio» di cui ha parlato il tecnico nel post Venezia, dunque, sembra un retaggio del recente passato. Di giorni, tra il Malmoe e la sfida del Penzo, in cui Dybala ha svolto regolare allenamento con la squadra poiché - disse Max dopo la partita di Champions - «non ha nulla». Sabato il riscaldamento del giocatore s’era svolto senza problemi e i primi minuti del match contro i veneti non parevano forieri di cattive notizie, complice un tiro di controbalzo che aveva fatto il solletico a Sergio Romero ma che testimoniava il fatto che la Joya stesse riscaldando il piedino fatato.
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