Juve-Toro, chiedimi cos'è il derby

Dirigenti, giocatori, scrittori, giornalisti e tifosi hanno raccontato così il senso della sfida tra bianconeri e granata
Juve-Toro, chiedimi cos'è il derby

A Torino anche il derby riesce a essere una cosa sé stante, unico a suo modo. Prendete il semplice aspetto logistico: è il solo, in Italia, a giocarsi in due stadi differenti, l’Allianz Stadium per la Juventus e l’Olimpico Grande Torino per il Torino. Ed è il solo in cui ci sia una marcata differenza di successi tra le due società. Perché se nelle altre città esiste un sostanziale equilibrio di trofei complessivi raccolti, non è così tra Juventus e Torino. Una condizione che fa sì che la squadra granata metta sempre qualcosa in più sul campo, come racconta chi ha vissuto (e vive) il derby. Li abbiamo raccolti in questa galleria e si parte dalle parole di Emiliano Mondonico, che fissano nel tempo la storia del derby di Torino. Noi siamo gli indiani contro i cowboy, chissà che una volta gli indiani non vincano la loro battaglia. Emiliano Mondonico, giocatore e allenatore del Torino Anche stavolta mi sistemerò davanti alla televisione e anche stavolta maledirò il destino che mi obbliga a soffrire per il derby. È sempre stato così, in vita mia, anche se ancora oggi sono il giocatore che ha segnato più reti in questa sfida: 14. Ma il derby mi consuma.

Amo troppo la Juve e ho così rispetto del Toro che non può essere altrimenti. Giampiero Boniperti, attaccante e presidente della Juventus. Bisogna arrivare a Venaria, perché la Juve è la squadra di Venaria e dobbiamo trovare il mezzo idoneo per arrivare in periferia. Perché la Juve è periferia rispetto a noi, che giochiamo in mezzo alla città di Torino. Piero Chiambretti, conduttore televisivo. Il derby era allora una cosa violenta. Parola odiava Mazzola. Si consideravano di due razze. Era come mettere contro undici cani ed undici gatti. Vladimiro Caminiti, inviato di Tuttosport. La Juventus è universale, il Torino è un dialetto. La Madama è “esperanto” anche calcistico il Toro è gergo Giovanni Arpino, scrittore. È la partita che non vorrei giocare mai. Non c’è niente da guadagnare: se vinci hai fatto il tuo dovere, ma se perdi ti rompono le scatole fino alla sfida successiva. Giovanni Agnelli, proprietario e presidente della Juventus.

Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Juve, i migliori video