Juve, il caso infortuni: come correre ai ripari

Crescono i ko muscolari: la scorsa estate è stato rivoluzionato lo staff medico, ora sotto osservazione c’è la preparazione

TORINO - In crescita rispetto al suo ultimo anno alla guida della Juventus (stagione 2018-19), ma pure rispetto alle due annate successive, quando sulla panchina bianconera si sono seduti Maurizio Sarri e Andrea Pirlo. Più volte Massimiliano Allegri ha parlato di un’annata difficile sul fronte degli infortuni e il conteggio lo conferma, tant’è che all’interno della società sono in corso valutazioni sull’opportunità di correre ai ripari e cambiare qualcosa. Già la scorsa estate il settore medico era stato rivoluzionato con l’arrivo di tre nuovi fisioterapisti e di un nuovo riabilitatore, vale a dire il cinquanta per cento della forza lavoro. Non è escluso che nei prossimi mesi vengano adottati altri cambiamenti. Più che allo staff medico, il club guarda alla preparazione atletica ravvisando la necessità di nuovi innesti/cambiamenti. Allegri ha puntato il dito sull’aumento degli infortuni traumatici, spesso dovuti al caso, che restano però sempre un terzo rispetto a quelli muscolari, anche se hanno un peso maggiore sul numero di partite saltate.

L'emergenza infortuni della Juve

L’esempio più eclatante è quello di Federico Chiesa, che ha subito tre stop a causa di problemi muscolari per un totale di 8 gare saltate e un solo infortunio traumatico, a gennaio, che lo ha costretto però a finire in anticipo la stagione (finora è stato assente per altre 23 sfide) a causa della lesione del legamento crociato anteriore. All’opposto, le 12 partite saltate quest’anno da Paulo Dybala hanno un’unica matrice comune, quella muscolare appunto. Da considerare, poi, che l’emergenza infortuni ha costretto molti bianconeri agli straordinari aumentando così il rischio di affaticamenti e di nuovi stop. Se la situazione in casa Juventus non è rosea, il confronto con Milan e Inter conforta un po’ i bianconeri: il monte partite saltate per infortunio dai rossoneri è addirittura 233 (bianconeri 209). E qui hanno inciso le lunghe assenze di Zlatan Ibrahimovic e di Simon Kjær. Sull’altra sponda milanese invece Simone Inzaghi può sorridere: appena 71 le partite saltate dai suoi uomini, un terzo rispetto agli altri due club.

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