Vlahovic: "La Juve non molla mai. Chiesa? Lo aspetto per vincere"

Le parole dell'attaccante serbo al Salone del Libro di Torino in occasione della presentazione del nuovo volume del direttore di Tuttosport Guido Vaciago

TORINO - "Mi piace il Dna della Juve, di non mollare mai e crederci fino alla fine. Sono anche io un po’ così". Sono le parole di Dusan Vlahovic, invitato al Salone del Libro di Torino in occasione della presentazione del nuovo libro del direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, intitolato "Vlahovic, non finisce qui". Il volume di 128 pagine, che uscirà il 25 maggio in edicola con Tuttosport, ripercorre la vita e la carriera del bomber serbo, dai primi calci con la squadra di Calcio a 5 del suo quartiere di Belgrado fino all'arrivo alla Juventus. "Mi piace lavorare - prosegue Vlahovic -, quando smetterò di giocare non vorrò avere rimpianti. Il mio lavoro è un piacere, faccio una cosa che amo. Sono un privilegiato. C’è sempre da fare, anche quando pensi di aver fatto qualcosa di straordinario c’è sempre da migliorare".

"Chiesa? Spero torni il prima possibile"

Sui suoi primi inizi rivela: "Penso che in Serbia da quando siamo piccoli ci mettono sempre la palla in mano. Da quando ero piccolo avevo una voglia di essere sempre in movimento, ho cominciato prima col basket che era la mia prima passione, anche perché nella mia scuola elementare c’era una scuola di basket. Ho fatto due-tre anni, poi giocando con i miei amici a calcio ho deciso di fare quello". Poi su Prandelli e Chiesa: "Non mi piace parlare di me come un campione, c’è ancora da lavorare. Spero un giorno di diventarlo. Mi emoziono sempre a parlare di lui. Mio padre non avrebbe fatto quello che Prandelli ha fatto per me. Lo ringrazio tanto, ci sentiamo spesso. Mi ha spinto avanti, mi ha supportato e lo ringrazierò per tutta la vita. Qualsiasi cosa per lui ci sarò sempre, sono grato. Spero di vederlo presto. Fino ad ora è l’uomo di sport più importante della mia vita. Vorrei ringraziare anche Marangon per le parole che ha speso per me. Lo ringrazio tanto perché sono arrivato come un ragazzino e lui mi ha visto crescere, mi ha aiutato tanto. Con Chiesa ho condiviso lo spogliatoio tre anni e ora fortunatamente siamo di nuovo insieme. Lui si è fatto male quando sono arrivato, spero torni il prima possibile. Sappiamo tutti che giocatore è. Speriamo che in campo ritroveremo la nostra intesa che avevamo a Firenze. Non vedo l’ora di giocare con lui, lottare per questa maglia e vincere insieme". Sulle sue paure: "Nel calcio non ne ho, fa tutto parte del gioco. Dando tutto te stesso verrai ripagato. Le paura nel calcio non le abbiamo: il calcio è divertimento e dobbiamo farlo col sorriso".

Vlahovic ospite d'onore di Tuttosport al Salone del libro di Torino

"Champions? È una cosa speciale"

Sul suo esordio in Champions, con il gol da record dopo pochi secondi al Villarreal: "Quando la gente dice di sognare di giocare la Champions, tutta l’atmosfera è diversa. Non avevo quell’esperienza, non ce l’ho ancora perché ho fatto solo due partite ma per tutta la settimana ho respirato un’aria diversa. È una cosa speciale, ero orgoglioso di me stesso. Ho detto tra me e me ‘Ci siamo, andiamo avanti, ora non ci possiamo fermare’. Veramente da brividi. Poi il gol segnato è un’emozione. Tutti i gol sono importanti. È un’emozione forte, rara, che vorrei provare per tanto tempo e molto spesso. Devo continuare a lavorare più di tutti e speriamo che arriveranno tutte queste partite che speriamo saranno tantissime. La prima partita di Champions che ho visto? Milan-Liverpool 3-3 a Istanbul. Penso sia questa". 

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"Futuro? La Juve gioca sempre per vincere"

Vlahovic ha poi parlato dei suoi obiettivi e del suo futuro: "Non guardo troppo in avanti. Ho dei miei obiettivi che tengo per me stesso, ho chiaro in testa quello che vorrei fare. Speriamo che quello che sto immaginando finirà poi scritto da qualche parte. I miei desideri, i miei obiettivi li terrei per me. Obiettivi della Juve? Sappiamo che è una società che vince da sempre e che vincerà per sempre. È l’unica cosa che conta, non dobbiamo parlare ma lavorare. La pressione è un'altra cosa, è per le famiglie che lavorano. Noi dobbiamo giocare con passione, io ho iniziato per rendere orgoglioso famiglia e amici". Sul suo stato d'animo nell'ultimo periodo: "Sono felicissimo, la mia vita sta andando bene. Sono sano, la gente che mi circonda e la famiglia sta bene. Questa è la cosa che conta, poi l’affetto del pubblico e dei tifosi che mi dà una spinta in più. Quando sei stanco il pubblico ti spinge a fare cose che non puoi neanche immaginare. Sono felicissimo di essere alla Juve, l’ho voluta tanto e spero di raggiungere tanti obiettivi". Infine sul parlare in italiano: "Per via del mio carattere ho conosciuto tante persone, anche a Firenze. Sono abbastanza socievole, chiacchierone e curioso, quando non capisco una parola chiedo sempre. Spero un giorno di poter parlare italiano perfettamente".

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