Fair Play Uefa: sentenza a settembre, cosa rischia la Juve

L'indiscrezione è rimbalzata in queste ore dalla Svizzera dopo che il Times ha anticipato la presenza dei bianconeri nell'elenco dei dieci club sub iudice per il mancato rispetto delle norme sul Fair Play Finanziario (FPF) sino alla stagione 2020/2021. Mentre Inter e Roma stanno negoziando una transazione, la Juve non ci è seduta al tavolo di Ceferin perché con la federcalcio europea è pendente il contenzioso Superlega davanti alla Corte di Giustizia Europea. Il cui verdetto è atteso a cavallo fra dicembre e gennaio. Ma la sanzione Uefa arriverà in settembre
Fair Play Uefa: sentenza a settembre, cosa rischia la Juve© Getty Images

L'indiscrezione è rimbalzata in queste ore dalla Svizzera dopo che, secondo il Times, la Juve figura nella watchlist, la lista di controllo delle violazioni del Fair Play Finanzario Uefa fino alla stagione 2020/2021 insieme con Inter, Roma, Barcellona, Psg e altre cinque società rispetto alle venti complessivamente sotto osservazione. Le sanzioni a questi club verranno comminate in settembre. Inter e Roma hanno intavolato un negoziato con Nyon e si preparano alla transazione (settlement agreement) che comporterà una pesante multa o la riduzione di uno-due giocatori nella rosa iscritta all'Europa League.

La Juve non si è seduta al tavolo con gli uomini di Ceferin perché con la federcalcio europea è pendente il contenzioso Superlega davanti alla Corte di Giustizia Europea, sollevato assieme al Barcellona e al Real Madrid, le altre due sopravvissute al naufragio del progetto partorito nell'aprile 2021 e subito abbandonato da nove dei dodici padri fondatori (Inter, Milan, Manchester United, Manchester City, Liverpool, Chelsea, Tottenham, Arsenal, Atletico Madrid). Il verdetto lussemburghese è atteso a cavallo fra dicembre e gennaio. Ma la sanzione Uefa arriverà il mese prossimo. I falchi di Nyon ipotizzano tre scenari: blocco delle operazioni bianconere sul mercato invernale; fortissima ammenda; riduzione del numero dei giocatori inseriti nella rosa per la Champions League. Le norme Uefa attualmente in vigore stabiliscono che, nell'arco di un triennio, i club in lizza nelle competizioni continentali possano accusare un deficit di bilancio aggregato non superiore ai 30 milioni di euro, escluse le spese per i settori giovanili e le squadre femminili. L'Effetto Covid e i danni procurati ai bilanci delle società hanno portato a quattro gli anni di controllo: i passivi accusati nelle stagioni 2019/2020 e 2020/2021 sono stati sommati e divisi a metà per aiutare gli sforzi di risanamento. Dal 2023, la riforma del FPF prevederà la limitazione delle spese per ingaggi, acquisti, commissioni dei procuratori. In sostanza, l'Uefa raddoppierà il deficit autorizzato per un triennio (da 30 a 60 milioni), ma imporrà il tetto degli ingaggi: il 90% delle entrate nel 2023/2024; l'80% nel 2024/2025 e il 70% dal 2025/2026 sino alla scadenza dei contratti sottoscritti.

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