La Juve è costretta a giocare per andare in gol: l’analisi tattica

Senza Di Maria, Pogba e Chiesa che saltano l’uomo, il gol arriverà solo con azioni corali e palla che viaggia veloce: le strategie di Allegri in cinque domande e risposte
La Juve è costretta a giocare per andare in gol: l’analisi tattica© /AGENZIA ALDO LIVERANI SAS

Hanno ragione i tifosi della Juventus a preoccuparsi per questa stagione dopo l’opaco pareggio di Marassi contro la Samp?

"La tecnica dello struzzo non solo non porta a nulla, ma spesso risulta pericolosa perché consente ai problemi di crescere e ingigantirsi. Per fortuna le dichiarazioni di Allegri dopo lo 0-0 fanno pensare a una presa di coscienza piena dei problemi che al momento frenano e condizionano la Juventus. Sapere e ammettere di dover affrontare criticità oggettive è già un buon punto di partenza".

Quanto incidono le assenze forzate di Chiesa, Pogba e Di Maria?

"Ovviamente molto, ma l’argentino dovrebbe saltare ancora tre match di Serie A, quelli di sabato con la Roma, l’infrasettimanale con lo Spezia e il 3 settembre a Firenze con la Fiorentina per rientrare la settimana dopo per la prima di Champions e tornare ad illuminare".

Come si può ovviare alla carenza di fantasia, non potendo contare su chi dribbla e crea la superiorità numerica?

"Le soluzioni sono sostanzialmente due. La prima è una circolazione del pallone veloce, decisamente più veloce di quella vista a Marassi, che consenta con gli opportuni movimenti senza palla di trovare l’imbucata al fine di verticalizzare e risultare efficaci. La seconda è invece legata alla capacità di liberare campo davanti alle ali, Kostic, Di Maria o Cuadrado, in maniera che possano pungere velocemente sull’out finalizzando il tutto con traversoni che sarebbe meglio non avessero solo Vlahovic come terminale per la conclusione. Il serbo da solo, in una morsa di almeno due marcatori, trova ovviamente vita dura. Meglio assisterlo con l’esterno di turno in ricezione, per cui se per esempio Kostic spinge sulla mancina, ad andare a caccia del gol Dusan sul primo palo o in mezzo all’area e Cuadrado sul secondo palo".

Come si giustifica e soprattutto cosa significa aver visto 59 passaggi tra Bremer e Rugani con i blucerchiati?

"Significa molte cose e oggettivamente non positive ma i problemi vanno contestualizzati per rendersi conto della loro reale entità. A partire dagli allenamenti negli Stati Uniti, Allegri ha iniziato ad abituare la Juventus a una costruzione dal basso. Chiaro che serve tempo per abituarsi a un atteggiamento tattico nuovo e che nel mirino possano finire i difensori se risultano poco decisi e titubanti sul cosa fare: ripassarsela tra loro, darla indietro al portiere o assumersi la responsabilità di cercare il lancio lungo (alla Bonucci tanto per intenderci). A Marassi l’assenza del capitano, per l’assoluta novità di coppia Rugani-Bremer, ha acuito quelle che sono insicurezze di base destinate a mitigarsi partita dopo partita. Certo è che 59 passaggi tra i due lasciano nella memoria dello spettatore noia e fastidio. Ma il calcio a volte passa anche da questi processi di maturazione. A loro discolpa, il fatto che spesso non si riusciva ad abbassare con sufficiente velocità e frequenza uno dei tre centrocampisti per cercare di iniziare a impostare l’azione. A proposito di passaggi, Vlahovic ne ha fatti appena 4 in 90 minuti a testimonianza della notte negativa del serbo, mai nel cuore del gioco e troppo nervoso per la sua spasmodica ricerca dell’attimo da trasformare in gol".

Quanto manca la presenza di un regista?

"Tantissimo, anzi troppo. Locatelli, con mezzali di fatto di quantità e non di qualità, come McKennie e Rabiot, è destinato a collezionare prestazioni incolori come con Sassuolo e Samp, per cui anche qui ecco i diversi scenari per aggirare l’ostacolo. Uno: utilizzare Paredes in cabina di impostazione ma al momento gioca nel Psg per cui si tratta di una soluzione futuribile e non valida per il presente. Dove sarebbe più utile cambiare per agevolare l’efficacia della manovra. O affiancandolo almeno a una mezzala di qualità che sappia vedere il gioco o saltare l’uomo, come Miretti che quando è entrato a Marassi ha fatto la differenza. Oppure se si vuole mantenere una certa muscolarità delle mezzali, si promuova Rovella titolare al posto di Locatelli, magari spostando l’ex neroverde come mezzala".

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