Soulé, Miretti e Fagioli: "Un sogno giocare con la Juve"

I tre giovani bianconeri, presentati nell'ambito del progetto Next Gen, si raccontano: percorsi, idoli, aneddoti e obiettivi

TORINO - La Juve presenta la sua Next Gen, i suoi gioielli del settore giovanile che oggi rappresentano una grande risorsa per la prima squadra di Allegri. Nella conferenza stampa presieduta da Cherubini e Arrivabene, prendono la parola Fagioli, Miretti e Soulé, tre ragazzi con alle spalle l'esperienza dell'Under 23 e oggi alla ribalta tra i grandi in Serie A con la maglia bianconera.

Fagioli: "La Juve un sogno. E Ronaldo..."

"Ho fatto i Giovanissimi nazionali con la Juve, poi Allievi e Primavera. Poi c’è stata l’U23, ho fatto due anni fino al prestito alla Cremonese, sono tornato e ora sono stabile in prima squadra. Gigi Milani mi ha portato qui a 11 anni, andavo allo stadio che per me era un sogno. E poi tifo Juve, per questo ho scelto la Juventus. Essere qui da tanto tempo è un vantaggio, sappiamo cosa significa e possiamo essere un esempio per i ragazzi del settore giovanile che sognano di arrivare in alto. Mi sono allenato con tanti campioni, tra cui Ronaldo, e questa è stata una fortuna grandissima. Dopo l’anno fatto con Pirlo ho deciso di andare in prestito, ho trovato minutaggio e spazio, è stata una scelta azzeccata. Essere in pianta stabile in prima squadra è per me un sogno, sono contento. C’era la possibilità del prestito, ma abbiamo deciso così e sono contento. L’U23 è stata importante, il passaggio da Primavera a prima squadra è troppo ampio, meglio confrontarsi prima in un campionato professionistico come la C, è stata una scelta giustissima questa della Juventus".

Miretti: "Mi ispiro a Nedved e De Bruyne"

"Sono arrivato alla Juve da bambino, all’età di 8 anni, ho fatto tutto il percorso giovanile qui. Nelle ultime due stagioni ho giocato in U19 e poi in U23, dall’anno scorso sono stato convocato e ho fatto presenze in prima squadra, fino a questa estate quando mi sono aggiunto e ora sono stabile in prima squadra. Avevo 8 anni e tifavo Juve, per me venire qui non è stato difficile, c’è stato l’interessamento del Toro, poi è arrivata la Juve che metteva il servizio navetta a disposizione, una comodità per tutti. Ho scelto con la mia famiglia la Juve rispetto al Torino. Essere cresciuti all’interno del settore giovanile ci fa arrivare in prima squadra pronti, sappiamo già l’importanza della maglia e cosa ci chiede la società, sappiamo i nostri doveri. In prima squadra il mio compito è imparare, non quello di trasmettere valori che gli altri sapranno già. La cosa più difficile da affrontare lo scorso anno è stato l’adattamento fisico, tecnico, i livelli sono diversi. Un altro aspetto è stato quello psicologico: adattarsi in breve ad allenamenti e partite con la prima squadra, sono ritmi diversi. Il mio idolo era Nedved, poi cambiando ruolo ora il mio punto di riferimento è De Bruyne. Essere qui è un sogno, poi negli anni è diventato un obiettivo, e sono felice di averlo raggiunto. Mi fermo a pensare alla fortuna che ho e mi sento orgoglioso dei sacrifici fatti. Sono felice di essere qui. Cosa mi ha colpito del Psg? La velocità, la qualità con cui eseguivano i movimenti, dallo smarcamento al passaggio, facevano tutto con estrema qualità".

Soulé: "Ecco il mio rapporto con Di Maria"

"Sono arrivato nell’Under 17, ho avuto un po’ di infortuni e poi c'è stata la pandemia e non ho potuto giocare tanto. Poi ci siamo ripresi, c’era Zauli. A pochi giorni dal Real Madrid in Youth League mi sono fatto male di nuovo. Con mister Bonatti ho giocato la prima partita nel 2020. Non mi sono fatto più male, ho giocato tutto l’anno, sono passato nell'U23 con Zauli ancora, fino all’anno scorso che siamo arrivati ai quarti. Quest’anno sono qui. Come mi ha convinto la Juve? Eravamo ad una grigliata in argentina con papà e il mio procuratore, che mi dice che c’erano tre club e dovevo scegliere. Mi dice: 'pensaci una settimana', ma io ho subito detto che volevo la Juve, sapevo le difficoltà ma a me piacciono le sfide. Sognavo da piccolo una squadra così grande. Il mio obiettivo è fare tante presenze, ho appena iniziato ed è molto diversa la Serie A rispetto a quello che facevo prima, ma sono tranquillo e so che arriverà il mio momento perché il mister e la società hanno fiducia in me. Io do tutto e mi alleno al 100%. Il rapporto con Di Maria? Siamo argentini, c’è confidenza, sembra che ci conosciamo da sempre, beviamo Mate e non è ancora venuto a casa a mangiare ma sicuramente verrà. Il primo giorno in prima squadra è un’emozione incredibile, quando mi danno il numero della camera capisci che sei qui ed è bellissimo, a volte non mi rendo conto di quello che ho fatto".

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