Juve, adesso servirebbe il tackle della proprietà

Juve, adesso servirebbe il tackle della proprietà© Juventus FC via Getty Images

Nutro sincera stima per Massimiliano Allegri ed è persino pleonastico rimarcarne titoli e palmarès, sebbene ora onusti di gloria e di ricchezza. Anche per questo, profondo è lo stupore, per meglio dire lo sconcerto di fronte alla Grande Crisi della sua settima Juve. Non dico che mi sarei aspettato fosse migliore delle prime cinque nel Quinquennio d’Oro (5 scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Supercoppe italiane, due finali di Champions League), ma, certamente migliore della sesta, sì. E invece, addì 17 settembre, è acclarato quanto sarà un giudizio supremo la partita con il Monza ultimo in classifica: 1 punto in 6 partite, 5 sconfitte, 1 pareggio, 1 gol segnato e 5 subiti. Il fatto è che, oggi, la Juve non è “la Juve all’altezza del suo passato” che aveva reclamato John Elkann il 4 agosto scorso a Villar Perosa, chiedendo alla squadra di onorare nel modo migliore il 2023, l’anno centenario della proprietà agnelliana. Ecco, Elkann, il Signor Exor, patron bianconero nelle cui casse l’holding da lui presieduta ha iniettato 700 milioni di euro in due anni e mezzo.

E per fortuna l’ha fatto: all’inizio del mese, la Juve ha registrato il quinto, pesantissimo passivo, l’ultimo di una serie di cinque deficit consecutivi (-19 milioni nel 2017-18; -40 milioni nel 2018-19; -90 milioni nel 2019-20; -210 milioni nel 2020-21; -250 milioni nel 2021-22). Per rifarsi all’improvvida battuta di Arrivabene rivolta al tifoso che gli diceva Allegri out, qualora la Juve cambiasse allenatore, il prossimo lo pagherebbe certamente Exor. In attesa di sapere se nel prossimo futuro Allegri rimarrà o verrà rimosso, sommessa richiesta a Elkann: ora più che mai urge un suo intervento, chiaro e forte, meglio ancora se pubblico, alla bisogna anche in tackle scivolato per mettere in riga tutto e tutti alla Continassa, paventando provvedimenti drastici a ogni livello. Elkann ne ha piena facoltà, essendo il proprietario della Juve, “la squadra al mondo che ha avuto più campioni del mondo e ha vinto tutte le coppe che c’erano da vincere”. L’ha detto lui, a Villar Perosa.

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