Juve-Maccabi: occhio a pressing alto e possesso. L’analisi dell’avversario

Anche se il livello del campionato nazionale rimane modesto la squadra ha acquisito autostima eliminando club di prestigio
Juve-Maccabi: occhio a pressing alto e possesso. L’analisi dell’avversario© EPA

TORINO - Dopo aver agevolmente regolato il Bologna di Thiago Motta, la Juventus torna agli impegni europei affrontando il Maccabi Haifa. Che squadra è? La formazione guidata da Baraka Bakhar ha mostrato in Champions League di essere una squadra da non sottovalutare. Contro il Benfica gli israeliani hanno giocato bene per un tempo, prima di essere regolati dalla superiore qualità dei portoghesi mentre, nella sfida col Psg, il Maccabi è addirittura passato in vantaggio prima di soccombere sotto i colpi di Messi, Mbappé e Neymar. Non bisogna inoltre dimenticare come la squadra di Bakhar sia arrivata ai gironi di Champions League superando più turni preliminari, durante i quali ha avuto la meglio sull'Olympiakos, l'Apollon Limassol e la Stella Rossa di Belgrado.

Come giocano

Dal punto di vista tattico si tratta di un undici che, nel campionato nazionale, ama gestire il possesso palla e praticare una proposta di calcio offensiva. Chiaramente, il livello del campionato nazionale non è paragonabile a quello della massima competizione europea per club, ma questo non significa che nelle prime due sfide europee la formazione israeliana non abbia provato a giocare. Se infatti si esclude il primo tempo contro il Benfica, fra il secondo tempo della sfida alla squadra di Schmidt e la partita col Psg il Maccabi ha registrato un dato di possesso medio del 52%. Non male, tenuto conto del calibro degli avversari. Questo possesso non è fine a se stesso, ma sempre orientato alla ricerca della verticalità appena se ne presenta l’occasione. Nella massima lega d’Israele il Maccabi gioca solitamente con la difesa a quattro, mentre nei big match e in queste uscite europee Bakhar preferisce una retroguardia a tre con due quinti a tutta fascia, Cornud e Haziza. Proprio quest’ultimo è uno dei giocatori più interessanti della squadra, molto veloce soprattutto in contropiede. Altro elemento da tenere sotto controllo è Tjaronn Chery, olandese che può giocare da numero 10 e anche da mezzala in un centrocampo a tre.

Cosa deve fare la Juve

La squadra di Massimiliano Allegri dovrà subito mettere in evidenza la propria superiore qualità tecnica, indirizzando il match e dettandone il contesto tattico. Il primo tempo della partita contro il Psg ha evidenziato come gli israeliani siano in grado di mettere in difficoltà gli avversari con il pressing alto e con il possesso. Contro i francesi il Maccabi ha portato più pressioni nella trequarti offensiva (27) rispetto a quelle prodotte dalla squadra di Galtier (16). In campionato l’indice medio PPDA (6.32) è il secondo più basso del torneo, a dimostrazione dell’attitudine della formazione israeliana alla pressione alta. Se lasciati palleggiare, anche gli uomini di Bakhar sono in grado di presentare delle difficoltà ai rivali di turno, potendo contare su alcune buone individualità come quelle citate in precedenza o come l’attaccante haitiano Frantzdy Pierrot. In fase difensiva il Maccabi ha contribuito a forzare errori tecnici da parte francese. In questo senso sarà necessario per la Juventus alzare il livello qualitativo della prestazione nell’ultimo terzo di campo. Oltre che la battaglia tecnica e quella sugli esterni, i bianconeri dovranno prestare attenzione a non lasciare facili contropiede ad una squadra che sembra in grado di sfruttare queste situazioni grazie a una velocità impattante. A tal proposito in fase offensiva la Juve dovrà cercare di settare il proprio palleggio nella metà campo offensiva abbassando i quinti avversari e costringendo il Maccabi a difendersi vicino alla propria porta.

(dati: Fbref, wyscout, grafiche videomatch di Sics)

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