Juve, duelli e baricentro basso. Alle radici del ko con il Milan: l’analisi

Riesce il 36% dei dribbling e il possesso diventa sterile. Un altro limite della squadra è la posizione troppo bassa
Juve, duelli e baricentro basso. Alle radici del ko con il Milan: l’analisi© www.imagephotoagency.it

La sconfitta subita ad opera del Milan, nell’anticipo del sabato alle 18, ha messo bene in evidenza tutti i limiti della Juventus attuale. Dal punto di vista tattico Massimiliano Allegri ha presentato una formazione imperniata sulla coppia d’attacco formata da Milik e Vlahovic, a supporto della quale agiva un centrocampo che ha visto operare Cuadrado e Kostic sulle corsie esterne con Locatelli e Rabiot centrali. In fase offensiva l’undici bianconero ha cercato di dare fluidità alla propria impostazione, soprattutto a destra dove Cuadrado e Danilo si alternavano nell’occupazione dell’ampiezza e del mezzo spazio. Ancora più fluido risultava però essere il Milan. Per affrontare il 4-4-2 in non possesso della Juve, Stefano Pioli chiedeva ai suoi di costruire un quadrilatero a centrocampo, con Theo Hernandez vicino a Bennacer come costruttore e con Pobega che si alzava insieme a Tonali per fungere da invasore alle spalle della coppia di mediani della Juve. Questa disposizione consentiva alla formazione rossonera di garantire a Leao situazioni di “uno contro uno” nei confronti di Danilo a sinistra, ma anche di poter disporre di una certa libertà a destra con Brahim Diaz. Proprio l’ex Real Madrid è risultato uno degli uomini chiave della partita. L’occupazione alternata di zona laterale destra e mezzo spazio adiacente consentiva infatti allo spagnolo di isolarsi in un mismatch favorevole nei confronti di Alex Sandro e anche di creare grattacapi ad una Juventus in difficoltà nel leggerne il posizionamento. In fase difensiva Pioli ha proposto quanto atteso, vale a dire un blocco difensivo corto e compatto, imperniato sulla creazione di duelli individuali nelle varie zone del campo. Fra questi spiccavano quelli fra i difensori centrali Tomori e Gabbia e gli attaccanti juventini e quello che ha visto Pobega limitare Locatelli nelle sue azioni in mezzo al campo.

Che fatica!

Davanti a questa impalcatura difensiva, la squadra di Allegri ha fatto molta fatica, non riuscendo praticamente mai ad avere ragione degli avversari nei duelli individuali (solo il 36% dei quali sono stati vinti dai bianconeri) e nonostante i primi, buoni, venti minuti di gara disputati. Milik è riuscito in qualche modo a svolgere la funzione di cucitura richiestagli dal suo allenatore, come dimostrano i 4 passaggi chiave prodotti ed i 10 ricevuti, ma il resto della squadra si è piano piano spenta offensivamente, tanto è vero che gli ospiti hanno alla fine registrato poche conclusioni nello specchio della porta di Tatarusanu (3) e generato un dato di appena 0.61 expected goals (xG).

Possesso inutile

Col Milan che ha sempre più preso il controllo tattico della partita, la Juventus si è rifugiata in un possesso palla sterile (60.5%) senza riuscire a girare a proprio favore l’inerzia della gara. I cambi di Cuadrado e Kostic (per McKennie e Miretti) non hanno prodotto i risultati sperati e hanno anzi tolto dal campo i due migliori crossatori a disposizione di Allegri in un momento in cui la Juventus faceva fatica a produrre gioco, ma poteva riempire l’area di rigore grazie alla presenza del doppio centravanti (ovvero Vlahovic e Milik).

Tridente inutile

Anche il successivo passaggio ad un attacco a tre, con Kean e Soulé, non è riuscito a rendere più fluida l’ingolfata manovra bianconera. Alla fine, il Milan è riuscito a far bene quello che ci attendeva in sede di analisi pre-gara (vale a dire essere aggressivo e organizzato nelle ripartenze brevi) e ha sfruttato a proprio favore anche la superiorità sulle situazioni di palla inattiva.  

Soliti difetti

Di contro, la Juve ha confermato i suoi difetti di squadra che tende ad abbassarsi troppo nel corso della partita (44.22 metri il baricentro con palla al Milan) e a non avere un piano preciso quando in controllo del pallone. In pratica, l’undici Allegri non è in grado di dettare il contesto né con né senza palla. 
(dati: soccerment, Opta, wyscout, Sics, grafiche videomatch di Sics).

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Juve, i migliori video