Juve, tracollo Champions: i milioni a rischio di svanire in cassa

Il monte ingaggi del Maccabi è 25 volte inferiore a quello dei bianconeri: la differenza economica sparita in campo potrebbe riflettersi sui conti della società

TORINO - Tra il passaggio di Haaland al Manchester City e quello sfumato di Mbappé al Real Madrid, alla lunga trattativa con cui il Maccabi Haifa in estate è riuscito a prelevare Frentdzy Pierrot dal Guingamp non è stata data grande copertura mediatica. Al club israeliano però il colpo è riuscito pagando 1,6 milioni alla società francese e offrendo al centravanti haitiano un ingaggio da 350 mila euro a stagione più bonus, che ne ha fatto il meglio pagato della rosa a disposizione di Barak Bakhar, in cui spiccano anche i 250 mila euro stagionali del difensore svedese Daniel Sundgren.

Juve, la vergogna di Agnelli

Nel complesso, si approssima per eccesso nell’ipotizzare l’intero monte ingaggi del Maccabi Haifa a 6 milioni e 250 mila euro a stagione (lo sarebbe se 25 giocatori percepissero tutti l’ingaggio dello svedese). Meno dell’ingaggio annuale di alcuni dei bianconeri e circa un venticinquesimo del monte stipendi juventino. Questo non significa che la Juventus debba vincere per forza contro il Maccabi Haifa. Sarebbe facile retorica: in campo non vanno stipendi e cartellini e nella storia del calcio le imprese clamorose non mancano e ne rappresentano pagine memorabili. Ma quella compiuta ieri dalla squadra di Bakhar, senza sminuirne i meriti, non è stata un’impresa: i biancoverdi hanno giocato una grande partita, ma non hanno avuto bisogno di una partita epica per battere ancor più nettamente di quanto dica il 2-0 finale una Juventus che invece non ha giocato proprio. Arrendevole, sfiduciata e disattenta prima ancora che imprecisa tecnicamente. La «vergogna» di cui il presidente Andrea Agnelli ha parlato dopo la partita, del resto, non è stata una parola leggera né usata a caso: la Juventus ieri sera non è stata neppure lontanamente all’altezza del proprio monte stipendi e del proprio valore di mercato. Monte stipendi e valore di mercato sulla cui adeguatezza, almeno in alcuni casi, questo avvio di stagione comincia a gettare dubbi (corroborati, in alcuni di quei casi, dalla stagione passata e non solo).

Juve, tracollo Champions: milioni a rischio

Dubbi, se non certezze, li hanno sicuramente i tifosi sui soldi spesi per acquistare i biglietti di Juventus-Paris Saint-Germain del 2 novembre, ultima partita del girone, andati esauriti già sabato nonostante quelli più a buon mercato, Curva Nord 2° anello, costassero 70 euro. Un sold out raggiunto dopo appena un giorno di vendita libera che sicuramente è stato favorito dalla possibilità di vedere all’opera dal vivo Messi, Mbappé e Neymar, ma che testimonia anche e soprattutto la volontà dei tifosi di credere «Fino alla fine» a una rimonta e a una qualificazione agli ottavi di Champions che fino a ieri apparivano difficili, magari molto difficili, ma ancora possibili. La voglia di esserci in una di quelle serate da ricordare. Voglia che peraltro ha già cominciato a vacillare, come testimoniato dagli insoliti vuoti visti sugli spalti dello Stadium contro il Benfica e non solo. Voglia che prestazioni come quella di ieri, prima ancora della sconfitta, non possono che contribuire a far ulteriormente evaporare. Andando a incidere di riflesso proprio su quel monte ingaggi che la Juventus ieri sera non ha onorato: perché dopo due anni di Stadium vuoto per forza, ritrovarselo mezzo vuoto per scelta del pubblico sarebbe un danno notevole di cassa. Per non parlare di quello da 20 milioni che probabilmente costerà la mancata qualificazione agli ottavi di Champions (probabilmente perché la matematica non condanna ancora i bianconeri). O meglio, da almeno 20 milioni: perché andando avanti potrebbero diventare di più e perché quelli sono solo i premi Uefa. Poi ci sono il valore del brand, gli ingaggi per le tournée, l’immagine. L’immagine, già. La Juventus dopo ieri sera deve dare una bella lucidata alla propria: sabato nel derby e non solo.

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