Un Vlahovic al centro della Juve: uomo chiave nel gioco bianconero

Non solo il gol decisivo. Nel derby è stato il giocatore della squadra di Allegri che ha ricevuto più passaggi, 48. Ne ha effettuati 33, più del doppio della sua medica, di cui 27 precisi

TORINO - C’è stato molto altro, oltre al gol decisivo, nel derby di Dusan Vlahovic. Sarebbe sbagliato dire che c’è stato qualcosa di più importante, perché nulla nel calcio è più importante del gol, tanto che se il bomber serbo non lo avesse segnato e la partita fosse finita 0-0 oggi la Juventus sarebbe ancora in mezzo alla crisi. C’è stato però qualcosa di più insolito del gol, qualcosa che potrebbe essere il segnale di uno scatto sia nella crescita di DV9 e sia nel suo inserimento nella Juventus.

Vlahovic contro il Torino non è stato soltanto un finalizzatore efficace (avrebbe peraltro potuto esserlo anche un pochino di più), ma è stato un elemento chiave nel gioco. E se il primo ruolo, nonostante gli alti e bassi (più bassi) della squadra e suoi lo aveva comunque quasi sempre interpretato bene, tanto da essere il capocannoniere della Serie A assieme a Immobile e Arnautovic, nel secondo non era mai riuscito a calarsi. Nel derby, invece, Vlahovic è stato al centro della Juventus, ricevendo più passaggi di chiunque altro, come si vede nel grafico a tabella Wyscout in basso: 48. Una centralità evidente non solo nei numeri, come si nota nell’altro grafico Wyscout, quello che riporta le linee dei passaggi: DV9 è stato cercato da sinistra, da destra e dal centro, da lontano e da vicino. E si è sempre fatto trovare disponibile, muovendosi molto e con intelligenza.

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Juve, Vlahovic uomo chiave nel gioco bianconero

Alla grande fiducia dei compagni, DV9 ha risposto con una prova di pulizia tecnica con pochi precedenti, tanto che Allegri, sempre attento a questo aspetto, lo ha elogiato al riguardo nel corso delle interviste post partita. L’attaccante serbo ha effettuato per la prima volta in questa stagione più di 30 passaggi, 33 per la precisione, raddoppiando la sua media a partita di 15,2 (dato Wyscout) e di questi 27 sono stati quelli precisi. Una percentuale dell’82% che rappresenta la sua terza miglior prova stagionale in questo senso (la quarta oltre l’80% di precisione), seconda solo al 100% fatto registrare contro il Paris Saint-Germain e all’86% contro la Salernitana: partite in cui di passaggi ne aveva però fatti rispettivamente 15 e 14, meno della metà rispetto al derby. Una precisione tecnica che ha trovato riscontro anche nel dribbling, con 5 tentativi su 6 riusciti, e in parte al tiro, con 4 conclusioni su 5 nello specchio della porta. In parte perché il tiro con cui al 33’ aveva impegnato per la prima volta Milinkovic Savic, per quanto il suo connazionale sia stato efficace nel chiudergli lo specchio sfruttando la stazza, avrebbe potuto essere più incisivo. E perché il cross di Kostic colpito di striscio col sinistro dopo un bel movimento sul primo palo, al 4’ della ripresa, avrebbe meritato ben altro impatto. Nonostante queste due sbavature, però, resta altissimo l’impatto che Vlahovic ha avuto sulla partita. Anche per intelligenza, oltre che per precisione: i suoi passaggi sono stati spesso decisivi nel permettere all’azione di svilupparsi in modo pericoloso. Soprattutto quando dopo aver ricevuto spalle alla porta riusciva a cambiare campo sulla fascia libera. E’ chiaro che serviranno conferme su questa sua centralità nel gioco oltre che nella finalizzazione. Ma che lo scatto in avanti visto nel derby sia arrivato contro una squadra molto aggressiva come il Torino e in una situazione psicologica complicata, aggiunge peso alla prova di Vlahovic e permette di attendere quelle conferme con fiducia.

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TORINO - C’è stato molto altro, oltre al gol decisivo, nel derby di Dusan Vlahovic. Sarebbe sbagliato dire che c’è stato qualcosa di più importante, perché nulla nel calcio è più importante del gol, tanto che se il bomber serbo non lo avesse segnato e la partita fosse finita 0-0 oggi la Juventus sarebbe ancora in mezzo alla crisi. C’è stato però qualcosa di più insolito del gol, qualcosa che potrebbe essere il segnale di uno scatto sia nella crescita di DV9 e sia nel suo inserimento nella Juventus.

Vlahovic contro il Torino non è stato soltanto un finalizzatore efficace (avrebbe peraltro potuto esserlo anche un pochino di più), ma è stato un elemento chiave nel gioco. E se il primo ruolo, nonostante gli alti e bassi (più bassi) della squadra e suoi lo aveva comunque quasi sempre interpretato bene, tanto da essere il capocannoniere della Serie A assieme a Immobile e Arnautovic, nel secondo non era mai riuscito a calarsi. Nel derby, invece, Vlahovic è stato al centro della Juventus, ricevendo più passaggi di chiunque altro, come si vede nel grafico a tabella Wyscout in basso: 48. Una centralità evidente non solo nei numeri, come si nota nell’altro grafico Wyscout, quello che riporta le linee dei passaggi: DV9 è stato cercato da sinistra, da destra e dal centro, da lontano e da vicino. E si è sempre fatto trovare disponibile, muovendosi molto e con intelligenza.

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