A Verona Juventus tra Bocchetti e trappole

Col nuovo tecnico il Verona è tornato a difendere in modo aggressivo sull’uomo come con Tudor e Juric: uno contro uno decisivi
A Verona Juventus tra Bocchetti e trappole

TORINO - La penultima partita prima della della sosta per i Mondiali vede la Juventus impegnata sul campo del Verona. Dopo il difficile avvio di stagione con Gabriele Cioffi (esonerato dopo aver racimolato appena 5 punti nelle prime nove giornate di campionato), il club scaligero ha deciso di chiamare alla guida dell’Hellas il tecnico della Primavera, Salvatore Bocchetti. Una mossa che aveva un duplice obiettivo: da una parte ripristinare il tipo di calcio messo in mostra con successo nelle stagioni passate prima da Ivan Juric e poi da Igor Tudor, dall’altra ripetere i successi ottenuti dal Monza nel momento in cui la società brianzola ha deciso di effettuare la stessa mossa, prelevando dalle giovanili il nuovo tecnico (l’ex bianconero Raffaele Palladino).

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Verona-Juventus, pericolo Bocchetti

Sul piano dei risultati, la decisione del presidente Setti non ha finora pagato. Da quando infatti è stato effettuato il cambio di guida tecnica i gialloblù hanno inanellato quattro sconfitte consecutive che, sommate a quelle ereditate dalla precedente gestione, portano il Verona ad affrontare la Juve con alle spalle una serie negativa lunga otto partite. Eppure, qualcosa dal punto di vista del gioco si è visto. Difensivamente Bocchetti ha trovato un undici che solo dalla trasferta di Bologna aveva ripreso a difendersi in avanti come visto sotto la guida di Juric e Tudor. Inizialmente infatti Cioffi aveva cambiato l’atteggiamento in non possesso del Verona, abbassando la prima linea di pressione e favorendo invece un lavoro sulle linee di passaggio nella metà campo offensiva, salvo poi tornare aggressivi nei propri cinquanta metri. Dato che questo tipo di approccio non aveva funzionato, a partire dalla trasferta di Bologna il Verona è tornato a pressare alto come in passato. Bocchetti ha mantenuto questa linea.

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I dati che confermano la svolta

Non a caso, i gialloblù hanno un buon indice PPDA (che misura l’intensità del pressing) a 12.06, risultando la prima squadra della massima serie per Build-up Disruption (un misuratore dell’efficacia dell’azione di pressing sul possesso avversario) con un dato di +6.04%. I cambiamenti maggiori rispetto al Verona di Cioffi sono stati però portati in fase offensiva. Prima infatti il Verona era un undici estremamente diretto, che cercava spesso la soluzione lunga per gli attaccanti per andare poi a giocare sulle seconde palle. Con Bocchetti è invece parzialmente ricomparso quel calcio più strutturato già visto con Tudor in panchina. In sostanza, l’Hellas attuale è formazione ibrida, capace di alternare il gioco sul lungo alla ricerca di combinazioni che vedano coinvolti i trequartisti. Tutto ciò senza aver perso l’idea di attaccare la profondità quanto prima possibile. La verticalità del Verona è confermata dai dati relativi al tempo medio di durata dell’azione offensiva (6.04 secondi) e al numero di passaggi per attacco (2.27). In entrambi gli indici l’Hellas risulta essere ultimo in Serie A.

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Cosa deve fare la squadra di Allegri

Dal punto di vista tattico la squadra di Allegri dovrà cercare sia di superare la forte pressione in avanti del Verona, sia di vincere i duelli individuali. Il sistema difensivo scaligero è infatti fortemente orientato sull’uomo, come da tradizione degli ultimi anni. In fase offensiva la Juve dovrà cercare di imporsi, obbligando il Verona ad effettuare lunghe fasi di difesa posizionale che, oltre ad abbassare i quinti (fra i quali è particolarmente pericoloso lo scozzese Doig, autore finora di due gol e un assist), costringerebbero l’undici di Bocchetti a difendersi nel modo che meno predilige. Altro elemento chiave nella battaglia tattica potrebbe essere rappresentato dal posizionamento di Miretti. L’utilizzo di due attaccanti affilati (uno davanti e uno dietro ad agire da no.10) è infatti difficile da gestire per una difesa a tre come sarà quella veronese. L’italiano potrebbe essere il grimaldello attraverso cui aprire il sistema difensivo avversario, andando a lavorare alle spalle dei mediani gialloblù o ai lati del play, qualora Bocchetti decidesse di schierare un uomo in più in mediana. (dati: soccerment, grafiche VideoMatch di Sics)

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TORINO - La penultima partita prima della della sosta per i Mondiali vede la Juventus impegnata sul campo del Verona. Dopo il difficile avvio di stagione con Gabriele Cioffi (esonerato dopo aver racimolato appena 5 punti nelle prime nove giornate di campionato), il club scaligero ha deciso di chiamare alla guida dell’Hellas il tecnico della Primavera, Salvatore Bocchetti. Una mossa che aveva un duplice obiettivo: da una parte ripristinare il tipo di calcio messo in mostra con successo nelle stagioni passate prima da Ivan Juric e poi da Igor Tudor, dall’altra ripetere i successi ottenuti dal Monza nel momento in cui la società brianzola ha deciso di effettuare la stessa mossa, prelevando dalle giovanili il nuovo tecnico (l’ex bianconero Raffaele Palladino).

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