I dati che confermano la svolta
Non a caso, i gialloblù hanno un buon indice PPDA (che misura l’intensità del pressing) a 12.06, risultando la prima squadra della massima serie per Build-up Disruption (un misuratore dell’efficacia dell’azione di pressing sul possesso avversario) con un dato di +6.04%. I cambiamenti maggiori rispetto al Verona di Cioffi sono stati però portati in fase offensiva. Prima infatti il Verona era un undici estremamente diretto, che cercava spesso la soluzione lunga per gli attaccanti per andare poi a giocare sulle seconde palle. Con Bocchetti è invece parzialmente ricomparso quel calcio più strutturato già visto con Tudor in panchina. In sostanza, l’Hellas attuale è formazione ibrida, capace di alternare il gioco sul lungo alla ricerca di combinazioni che vedano coinvolti i trequartisti. Tutto ciò senza aver perso l’idea di attaccare la profondità quanto prima possibile. La verticalità del Verona è confermata dai dati relativi al tempo medio di durata dell’azione offensiva (6.04 secondi) e al numero di passaggi per attacco (2.27). In entrambi gli indici l’Hellas risulta essere ultimo in Serie A.