Pagina 3 | Zidane, attrazione Juventus e l'incrocio con Allegri: cosa c'è di vero

L'idea, la sensazione, la suggestione che prima o poi Zinedine Zidane e la Juventus si ritroveranno nacque nel momento stesso in cui Zizou intraprese (e come!) la carriera di allenatore: troppo forti l’amore dei tifosi, il legame con la società bianconera e anche quello con Torino, dove dal 2016 possiede il centro sportivo Z5, campi da calcetto, pizzeria e ristorante. «La Juve è nel mio cuore, mai dire mai: magari un giorno potrei tornare», disse proprio all’inaugurazione del centro, fresco della prima Champions vinta da tecnico del Real Madrid. Un ritorno rimandato da tempo almeno al 2026: anno del prossimo Mondiale, che Zizou sembrava destinato a vivere da ct della Francia, succedendo a Didier Deschamps dopo quello appena concluso. Quella era la sua idea di futuro prossimo, tanto da aver rifiutato in estate la panchina del Paris Saint-Germain. Uno scenario ribaltato dalla finale raggiunta dai bleus in Qatar e persa solo ai rigori, che ha rinsaldato Deschamps, il quale pare deciso ad avviare un altro ciclo da ct. In quel caso Zidane si rimetterebbe in gioco in un club e, secondo l’Equipe, non apprezzerebbe troppo l’attuale organizzazione del Psg. Né sarebbe intrigato dalla Premier League, nonostante padroneggi l’inglese meglio rispetto al passato, tanto da aver rifiutato negli scorsi mesi ripetute e faraoniche offerte dai Red Devils. «La Juventus è un progetto che potrebbe attirarlo, anche se non è una possibilità all’ordine del giorno», scrive il quotidiano francese.

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Fino a giugno

La panchina bianconera, infatti, almeno fino a giugno è saldamente nelle mani di Allegri, uscito rafforzato dalla scossa generata dall’inchiesta della Procura di Torino che ha portato alle dimissioni dell’intero CdA. L’investitura di John Elkann è stata chiara e forte: «Massimiliano Allegri rimane il punto di riferimento dell’area sportiva. Contiamo su di lui e su tutta la squadra per continuare a vincere come hanno dimostrato di saper fare nelle ultime giornate, mantenendo alti i nostri obiettivi sul campo». Già, perché a rafforzare il tecnico bianconero c’è anche il filotto di sei vittorie di fila in campionato, accompagnate da una crescita di prestazioni e singoli che, unite al recupero degli infortunati, lasciano pensare che da gennaio la squadra bianconera possa continuare a migliorare e vincere. A giugno, con una Juve che fosse stata capace di una storica rimonta scudetto sul Napoli, o anche che fosse arrivata dietro alla squadra di Spalletti ma fosse tornata al successo internazionale conquistando l’Europa League, Allegri non avrebbe nessun fantasma da temere. Tanto più che i due anni di contratto che gli restano, a 7 milioni netti a stagione, renderebbero la sua sostituzione con un altro tecnico top - come Zidane, appunto - un salasso poco in linea con la nuova linea societaria improntata al rigore economico.

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Rinnovamento

Proprio il profondo rinnovamento in corso nella società bianconera è però un fattore che può rendere un po’ meno stabile il futuro di Allegri in caso di stagione senza vittorie. Dopo le nomine di Gianluca Ferrero a presidente e di Maurizio Scanavino a direttore generale e quella, ormai vicina, del nuovo Cda, nei prossimi mesi anche l’area tecnica vedrà l’inserimento di nuove figure, per una struttura societaria totalmente rinnovata. Spesso, in questi casi, la nuova dirigenza per dare la propria impronta al ciclo nascente e tagliare i ponti con il passato sceglie di cambiare guida tecnica. Come detto, non sarà il caso della Juventus, se Allegri farà parlare il campo a proprio favore. Se però le parole del rettangolo verde non fossero abbastanza convincenti, quello di Zidane sarebbe un nome in grado di mettere d’accordo tutti, da John Elkann all’ultimo tifoso, per avviare un progetto completamente nuovo.

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Rinnovamento

Proprio il profondo rinnovamento in corso nella società bianconera è però un fattore che può rendere un po’ meno stabile il futuro di Allegri in caso di stagione senza vittorie. Dopo le nomine di Gianluca Ferrero a presidente e di Maurizio Scanavino a direttore generale e quella, ormai vicina, del nuovo Cda, nei prossimi mesi anche l’area tecnica vedrà l’inserimento di nuove figure, per una struttura societaria totalmente rinnovata. Spesso, in questi casi, la nuova dirigenza per dare la propria impronta al ciclo nascente e tagliare i ponti con il passato sceglie di cambiare guida tecnica. Come detto, non sarà il caso della Juventus, se Allegri farà parlare il campo a proprio favore. Se però le parole del rettangolo verde non fossero abbastanza convincenti, quello di Zidane sarebbe un nome in grado di mettere d’accordo tutti, da John Elkann all’ultimo tifoso, per avviare un progetto completamente nuovo.

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