Scanavino, il nuovo boss della Juve

Il nuovo amministratore delegato avrà pieni poteri nella gestione del club per razionalizzare i costi e aumentare i ricavi e controllerà anche la gestione sportiva

Il boss è lui. Liofilizzando il concetto, naturalmente, perché Maurizio Scanavino avrà comunque un presidente e un consiglio di amministrazione a cui riferire e, in ultima analisi, alla proprietà, tuttavia nella nuova Juventus è il dirigente operativo con i maggiori poteri. I tifosi, dunque, dovranno imparare a conoscerlo perché anche l’area sportiva sarà alle sue dipendenze, anche se pare assai improbabile che sia lui a scegliere i giocatori da vendere o acquistare. Per prendere quelle decisioni e per gestire la quotidianità calcistica del club bianconero ci sarà un gruppo di dirigenti, la cui struttura e i cui nomi sono molto difficili da pronosticare in questo momento. Scanavino sta, infatti, prendendo confidenza con la macchina che dovrà guidare e ha dato solo un primo sguardo al motore, cioè alla squadra, a chi la gestisce e a chi la costruisce. In queste prima settimane, tuttavia, il dialogo con Federico Cherubini, che resta il ds bianconero, è fitto, proprio per conoscere le responsabilità dei vari componenti dell’area sportiva, i compiti che svolgono normalmente e in che modo si svolge la vita della squadra. Pur essendo un appassionato di calcio e avendolo praticato, da terzino, in modo amatoriale al liceo e all’Università, Scanavino è alla prima esperienza alla guida di un club, per questo sta cercando di apprendere il più possibile e nel più breve tempo possibile.

L'area sportiva: le possibilità

Una prima decisione su come struttura l’area sportiva, infatti, andrà presa intorno alla fine della stagione, ovvero nel giro di sei mesi o, magari, anche prima, visto che le operazioni di calciomercato, solitamente, iniziano a metà primavera. Ci sono varie ipotesi al vaglio: rinforzare l’attuale struttura formata da Massimiliano Allegri, cui Elkann stesso ha affidato la guida dell’area, Federico Cherubini e Marco Storari, inserendo un dirigente molto operativo nell’ambito del mercato e dello scouting che aiuti Cherubini stesso; oppure rivoluzionare tutto, cambiando gli uomini e sostituendoli con degli altri. Una cosa è certa fin da ora, l’area sportiva dipenderà comunque da Scanavino e non godrà delle autonomie (soprattutto economiche) avute in passato, soprattutto quello recente. I nomi circolati finora, da Cristiano Giuntoli a Igli Tare, da Giovanni Rossi a Gianluca Petrachi, sono tutti credibili per profilo e capacità, ma va detto che nessuno di loro ha mai ricevuto non solo un’offerta, ma anche una telefonata da parte dei nuovi vertici bianconeri. Troppo presto: Scanavino ha ancora bisogno di tempo per studiare la situazione e anche per seguire le altre emergenze, come quelle giudiziarie.

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Il fronte legale e la competitività

Sul fronte legale, tuttavia, a governare sarà il presidente Gianluca Ferrero, che si trova a capo di un CdA definito “da battaglia”, proprio perché dovrà combattere nei tribunali stabiliti per difendere la Juventus e l’operato degli ex dirigenti: è il fronte più caldo per la società, ma anche il campo non scherza. «Le ambizioni della Juve non cambiano ora e non cambieranno mai», ha spiegato alla squadra proprio Scanavino, nel primo informale incontro con i giocatori. Il concetto arriva direttamente dalla proprietà che non ha dato a nuovo amministratore delegato l’ordine di ridimensionare il club, anzi. Certo, Scanavino arriva con il compito di razionalizzare i costi della Juventus, il che significa anche tagliare, ma cercando di non compromettere la competitività della squadra. È possibile, per esempio, che certi rinnovi particolarmente onerosi non vengano più concessi o, per lo meno, devono essere meritati sul campo: abbassare il monte ingaggi, infatti, è fondamentale per il raggiungimento dell’agognata sostenibilità economica, ma sotto questo punto di vista la Juventus aveva già iniziato a operare nell’ultima stagione, grazie all’opera congiunta di Arrivabene e Cherubini. Dall’altro lato, Scanavino dovrà cercare di aumentare i ricavi.

Perché Scanavino?

La sua provenienza e il suo curriculum fanno pensare che una delle direzioni in cui si muoverà sarà quella digitale, dove c’è ancora molto da esplorare per un club calcistico che vuole espandere le proprie entrate, ma la fonte principale resteranno i diritti tv (sui quali potrà dire la sua in sede di Lega Serie A), lo stadio (che dovrà tornare a macinare soldi come i primi anni della gestione Agnelli), gli sponsor e la cessione dei giocatori. Quest’ultima, in particolare, sarà fondamentale per finanziare il calciomercato, come peraltro è già stata nell’ultima estate, quando il saldo della campagna acquisti è risultato positivo. Detto cosa farà Scanavino alla Juventus, la domanda di molti tifosi resterà: ma perché proprio lui e non un uomo di calcio? Perché la ferma intenzione di John Elkann è affidare a manager d’azienda le cure dell’azienda Juventus, separando l’amministrazione della società, dalla gestione tecnica della squadra, che resterà molto curata anche se a capo di tutto ci saranno persone con esperienze in grandi aziende al di fuori dal calcio. Scanavino, infatti, arriva da Gedi, il grande gruppo editoriale di Exor (nel quale ci sono Stampa, Repubblica, numerose testate locali oltre a Radio DeeJay e Radio Capital) che ha contribuito a formare nel 2017 e di cui è amministratore delegato e direttore generale. Ma la sua amicizia con Elkann è più antica: compagni al liceo (il San Giuseppe di Torino) e poi al Politecnico di Torino (dove si dice abbiano partecipato a un derby fra studenti su sponde opposte, essendo Scanavino simpatizzante granata), i due hanno iniziato a lavorare insieme nel 2004, quando Scanavino è entrato nel gruppo Fiat, occupandosi di marketing e promozione del marchio. Successivamente è passato nel settore editoriale della famiglia Agnelli, occupandosi dei progetti digitali della Stampa. Ha la fama di duro, d’altronde quelli morbidi alla Juventus non hanno mai funzionato.

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Il boss è lui. Liofilizzando il concetto, naturalmente, perché Maurizio Scanavino avrà comunque un presidente e un consiglio di amministrazione a cui riferire e, in ultima analisi, alla proprietà, tuttavia nella nuova Juventus è il dirigente operativo con i maggiori poteri. I tifosi, dunque, dovranno imparare a conoscerlo perché anche l’area sportiva sarà alle sue dipendenze, anche se pare assai improbabile che sia lui a scegliere i giocatori da vendere o acquistare. Per prendere quelle decisioni e per gestire la quotidianità calcistica del club bianconero ci sarà un gruppo di dirigenti, la cui struttura e i cui nomi sono molto difficili da pronosticare in questo momento. Scanavino sta, infatti, prendendo confidenza con la macchina che dovrà guidare e ha dato solo un primo sguardo al motore, cioè alla squadra, a chi la gestisce e a chi la costruisce. In queste prima settimane, tuttavia, il dialogo con Federico Cherubini, che resta il ds bianconero, è fitto, proprio per conoscere le responsabilità dei vari componenti dell’area sportiva, i compiti che svolgono normalmente e in che modo si svolge la vita della squadra. Pur essendo un appassionato di calcio e avendolo praticato, da terzino, in modo amatoriale al liceo e all’Università, Scanavino è alla prima esperienza alla guida di un club, per questo sta cercando di apprendere il più possibile e nel più breve tempo possibile.

L'area sportiva: le possibilità

Una prima decisione su come struttura l’area sportiva, infatti, andrà presa intorno alla fine della stagione, ovvero nel giro di sei mesi o, magari, anche prima, visto che le operazioni di calciomercato, solitamente, iniziano a metà primavera. Ci sono varie ipotesi al vaglio: rinforzare l’attuale struttura formata da Massimiliano Allegri, cui Elkann stesso ha affidato la guida dell’area, Federico Cherubini e Marco Storari, inserendo un dirigente molto operativo nell’ambito del mercato e dello scouting che aiuti Cherubini stesso; oppure rivoluzionare tutto, cambiando gli uomini e sostituendoli con degli altri. Una cosa è certa fin da ora, l’area sportiva dipenderà comunque da Scanavino e non godrà delle autonomie (soprattutto economiche) avute in passato, soprattutto quello recente. I nomi circolati finora, da Cristiano Giuntoli a Igli Tare, da Giovanni Rossi a Gianluca Petrachi, sono tutti credibili per profilo e capacità, ma va detto che nessuno di loro ha mai ricevuto non solo un’offerta, ma anche una telefonata da parte dei nuovi vertici bianconeri. Troppo presto: Scanavino ha ancora bisogno di tempo per studiare la situazione e anche per seguire le altre emergenze, come quelle giudiziarie.

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