Il fronte legale e la competitività
Sul fronte legale, tuttavia, a governare sarà il presidente Gianluca Ferrero, che si trova a capo di un CdA definito “da battaglia”, proprio perché dovrà combattere nei tribunali stabiliti per difendere la Juventus e l’operato degli ex dirigenti: è il fronte più caldo per la società, ma anche il campo non scherza. «Le ambizioni della Juve non cambiano ora e non cambieranno mai», ha spiegato alla squadra proprio Scanavino, nel primo informale incontro con i giocatori. Il concetto arriva direttamente dalla proprietà che non ha dato a nuovo amministratore delegato l’ordine di ridimensionare il club, anzi. Certo, Scanavino arriva con il compito di razionalizzare i costi della Juventus, il che significa anche tagliare, ma cercando di non compromettere la competitività della squadra. È possibile, per esempio, che certi rinnovi particolarmente onerosi non vengano più concessi o, per lo meno, devono essere meritati sul campo: abbassare il monte ingaggi, infatti, è fondamentale per il raggiungimento dell’agognata sostenibilità economica, ma sotto questo punto di vista la Juventus aveva già iniziato a operare nell’ultima stagione, grazie all’opera congiunta di Arrivabene e Cherubini. Dall’altro lato, Scanavino dovrà cercare di aumentare i ricavi.
Perché Scanavino?
La sua provenienza e il suo curriculum fanno pensare che una delle direzioni in cui si muoverà sarà quella digitale, dove c’è ancora molto da esplorare per un club calcistico che vuole espandere le proprie entrate, ma la fonte principale resteranno i diritti tv (sui quali potrà dire la sua in sede di Lega Serie A), lo stadio (che dovrà tornare a macinare soldi come i primi anni della gestione Agnelli), gli sponsor e la cessione dei giocatori. Quest’ultima, in particolare, sarà fondamentale per finanziare il calciomercato, come peraltro è già stata nell’ultima estate, quando il saldo della campagna acquisti è risultato positivo. Detto cosa farà Scanavino alla Juventus, la domanda di molti tifosi resterà: ma perché proprio lui e non un uomo di calcio? Perché la ferma intenzione di John Elkann è affidare a manager d’azienda le cure dell’azienda Juventus, separando l’amministrazione della società, dalla gestione tecnica della squadra, che resterà molto curata anche se a capo di tutto ci saranno persone con esperienze in grandi aziende al di fuori dal calcio. Scanavino, infatti, arriva da Gedi, il grande gruppo editoriale di Exor (nel quale ci sono Stampa, Repubblica, numerose testate locali oltre a Radio DeeJay e Radio Capital) che ha contribuito a formare nel 2017 e di cui è amministratore delegato e direttore generale. Ma la sua amicizia con Elkann è più antica: compagni al liceo (il San Giuseppe di Torino) e poi al Politecnico di Torino (dove si dice abbiano partecipato a un derby fra studenti su sponde opposte, essendo Scanavino simpatizzante granata), i due hanno iniziato a lavorare insieme nel 2004, quando Scanavino è entrato nel gruppo Fiat, occupandosi di marketing e promozione del marchio. Successivamente è passato nel settore editoriale della famiglia Agnelli, occupandosi dei progetti digitali della Stampa. Ha la fama di duro, d’altronde quelli morbidi alla Juventus non hanno mai funzionato.