E lo stesso discorso vale per le retrovie?
«In questo momento la salvezza della Cremonese pare quasi impossibile, ma per fortuna l’impossibile non esiste. Con sacrificio, impegno e umiltà c’è ancora tutto il tempo per riscrivere la classifica. Anche perché mister Alvini ha dato una precisa identità alla squadra, che infatti non ha mai sfigurato in campo. Certo, finora non abbiamo raccolto molto a livello di punti, ma la sensazione è che basti davvero poco per trovare una svolta».
Cosa chiede al 2023 della Cremonese?
«Il giusto equilibrio per continuare a lavorare serenamente e per vedere rispecchiati in campo i grandi valori di questa società. Valori che profumano anche di territorio e del suo tessuto socio-economico, attraverso l’impegno del patron Arvedi, senza il quale oggi la società non sarebbe in Serie A».
Tra i protagonisti della cavalcata in Serie B dello scorso anno, a proposito, un ruolo importante lo ha recitato Fagioli: lo ha già sentito, prima di ritrovarlo in campo da avversario?
«L’ho chiamato diverse volte da quando è rientrato a Torino, Nicolò è un ragazzo di grandi qualità tecniche e umane. Ha tutto per imporsi anche nella Juventus, anche se ora per lui arriva la parte difficile: trovare continuità ai massimi livelli e confermarsi. C’è chi ha le doti per ambire a un club come i bianconeri e chi no: lui indubbiamente le ha. Ora non gli resta che raggiungere il potenziale di cui dispone e che, logicamente, a 21 anni non ha ancora espresso appieno».