Il confronto
«Allegri e Spalletti sono molto diversi, ma ugualmente determinanti. Molto, di Napoli-Juventus, è nelle loro mani. Anzi: nelle loro menti. Spalletti non ha vinto Scudetti ma ha grande esperienza. Nell’Empoli ha fatto bene, nella Roma benissimo. Ha sempre cercato un gioco propositivo. Qualche volta con i giocatori a disposizione ce l’ha fatta, altre volte meno. Strategicamente ha più bisogno di elementi adatti al suo tipo di gioco, invece Max si arrangia. Per dire: è uno che fa giocare Alex Sandro centrale di sinistra. E dici: ma dove caz... l’ha visto Alex sandro centrale di sinistra?!? Ma lui ragiona: non ha più la coscia per giocare a quattro, Cuadrado non ce l’ho, Bonucci fa fatica... Allora punto su Danilo uomo base che dirige tutto e dico ad Alex di fare solo la fase difensiva. Questo lavoro Spalletti, Conte eccetera non lo fanno. Gli altri si lamentano, Max adatta i giocatori e fa creder loro che possono fare quel tipo di gioco che gli chiede. Questa è la sua forza. Convince e insegna, insieme con i suoi collaboratori. Questo vuol dire insegnare e fare gli allenatori di calcio. Gli altri tirano sempre fuori gli alibi. Presente la storia della squadra in Champions che è come un cliente con 10 euro in un ristorante da 100 euro? Ecco, Allegri queste cose non le dice. I “100 euro al ristorante” li spende e basta, ma anche 200 quando viene con me e gli faccio prendere un vino buono…».