Napoli-Juve, Milik e le voglie di Pipita: cerca rivincita dopo i mesi fuori rosa

Era in scadenza di contratto e voleva diventare bianconero. L'addio è stato burrascoso anche se il passaggio non è stato diretto

Non è mai nato, tra Arkadiusz Milik e Napoli, quell’amore viscerale che aveva legato alla squadra e alla città Gonzalo Higuain e Maurizio Sarri. E per quanto burrascoso sia stato il suo lungo addio, tra l’estate 2020 e il gennaio 2021, non c’è dunque stato quello strappo lacerante segnato dal passaggio diretto alla Juventus del Pipita, nell’estate 2016, o dall’approdo in bianconero dopo una stagione al Chelsea di Sarri nel 2019.

Rottura e addio

Non sarà però una partita come tutte le altre - al di là del fatto che non lo è mai e dell’importanza per la classifica - per Milik, né il centravanti polacco sarà un avversario come tutti gli altri per il pubblico del Maradona. Dal quale riceverà comunque un bel po’ di fischi in più rispetto ai suoi compagni di squadra: in qualità di ex e soprattutto di ex che nell’estate 2020 non rinnovò il contratto in scadenza 12 mesi dopo sperando di essere ceduto proprio alla Juve, che già allora lo cercava. Una situazione in cui si inserì la Roma, che aveva accettato la richiesta di 25 milioni da parte di De Laurentiis, ma poi non fu convinta dalle visite mediche e non concluse l’acquisto. Milik lasciò il Napoli solo a gennaio 2021, passando al Marsiglia in prestito con obbligo di riscatto fissato a 12 milioni e un futuro bianconero i cui contorni già allora si delineavano attorno a lui: tanto che il Napoli provò invano a inserire una clausola che impedisse o complicasse un suo successivo trasferimento dal club francese alla Juve.

Mesi d'inferno

Passò al Marsiglia, Milik, ma non prima di aver trascorso cinque mesi di inferno, messo fuori rosa dal Napoli per la decisione di non rinnovare il contratto. «Non puoi prendertela con un giocatore se vuole andare via - si era sfogato il centravanti nell’ottobre 2020 mentre era in ritiro con la Polonia -. Il Napoli, poi, non comunicava coi club dove sarei voluto andare e cui sono stato molto vicino. Qual è il club? Non posso dirlo ma è una squadra italiana... Non penso che un giocatore possa essere messo da parte in questo modo per tanti mesi, non è giusto». Mesi speciali, per giunta, perché quella stagione portava all’Europeo rinviato dal 2020 al 2021 a causa dell’emergenza Covid: e fu proprio per tornare a giocare e non perdere l’appuntamento estivo con la Nazionale che Milik a gennaio accettò il trasferimento al Marsiglia, anziché aspettare giugno per svincolarsi e approdare gratis.

Ritorno e... rivincita?

In quella squadra italiana Milik è poi finalmente riuscito ad arrivare il 26 agosto scorso e nel giorno della presentazione è tornato su quegli ultimi difficili mesi a Napoli: «Cosa non ha funzionato? Quando volevo andare via le cose non hanno funzionato come volevamo tutti e sono finito fuori rosa». «Non ho guardato il calendario, non so cosa penserò quando giocheremo lì», disse anche. Lo scoprirà questa sera e probabilmente ha già iniziato a immaginarlo in questi giorni di vigilia, durante le prove generali in cui Massimiliano Allegri lo ha schierato al vertice l’attacco bianconero, con Angel Di Maria alle spalle. Saranno loro due, salvo “allegrate” dell’ultimo momento che potrebbero coinvolgere Federico Chiesa (impiegabile non solo da esterno destro, ma anche da seconda punta al posto del Fideo o addirittura da prima punta atipica, proprio al posto di Milik) a guidare il tentativo bianconero di ridurre ancora la distanza dal Napoli capolista, dopo i 3 punti rosicchiati in occasione della sconfitta della squadra di Spalletti a San Siro contro l’Inter alla ripresa del campionato. Un ulteriore passo avanti che spalancherebbe alla Juve le porte di una lotta Scudetto che due mesi fa per i bianconeri erano socchiuse (e per molti già sprangate) e che per Milik rappresenterebbe un gustoso condimento sul piatto principale, ovvero proprio la possibilità di lottare per vincere il primo campionato della sua carriera. Una rivincita nei confronti di chi lo aveva messo fuori rosa poco più di due anni fa, specialmente se riuscisse a firmare la partita in prima persona, come gli è riuscito nell’ultima trasferta bianconera, quella di Cremona decisa allo scadere dalla sua magistrale punizione. Ecco, una “punizione” sarebbe proprio la firma perfetta: ma a Milik e alla Juventus tutta andrebbe bene anche una rete di pancia come quella di Firenze, purché fruttasse tre punti.

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